Patto di stabilità, i lucani ci hanno rimesso 643 euro pro capite in 7 anni

16 maggio 2013 | 18:58
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Patto di stabilità, i lucani ci hanno rimesso 643 euro pro capite in 7 anni

“I dati diffusi oggi dall’Istat sul Pil confermano la grave situazione di crisi dalla quale il nostro Paese fatica a venir fuori, con un aggravamento delle condizioni di vita per le popolazioni meridionali e della nostra regione. Non è più tempo di fare annunci, bisogna solo agire tutti quanti, a partire dal Governo”. A sostenerlo è il segretario regionale della Uil lucana Carmine Vaccaro che aggiunge: “l’ennesimo grido d’allarme che è venuto oggi dalla Conferenza delle Regioni su come il Patto di Stabilità si è trasformato in un cappio al collo delle Regioni va raccolto, sostenuto e rilanciato.”  Per la Basilicata si tratta di una differenza pro-capite, tra il 2007 e il 2013 di 643 euro, pari al 41% in meno, che in termini monetari è la più penalizzante subito dopo la Regione Lazio (643 euro pro-capite in meno). In differenza assoluta, sempre rispetto alla competenza di cassa 2007-2013, nelle casse regionali per effetto del Patto di Stabilità sono venuti a mancare quasi 384 milioni di euro. Per Vaccaro “accanto al superamento del Patto di Stabilità è ormai chiaro quali siano le emergenze del Paese: il lavoro e la crescita. Tuttavia, se si fatica a trovare nelle pieghe del Bilancio 1,5 miliardi di euro per rifinanziare la cassa integrazione in deroga, strumento che garantisce una forma di sussidio ad oltre 450 mila persone, come si può alleggerire il carico dell’IMU, che da solo vale 23,7 miliardi di euro?  Per la UIL ogni riduzione del carico fiscale è benvenuta, ma quando la ‘coperta è corta’ occorre scegliere come affrontare le emergenze, che per noi restano il lavoro e l’eccessivo carico di tasse , figlie, queste, di un federalismo fiscale confuso. Pertanto, chiediamo con forza al Governo di scegliere le priorità, privilegiando quelle persone che hanno maggiormente risentito degli effetti della crisi: i lavoratori dipendenti e pensionati. L’auspicio – conclude V- è che l’attuale governo riesca a mettere in campo politiche mirate alla crescita ed allo sviluppo e che abbia la centro le nostre indicazioni sulle priorità che debbono essere sostenute per difendere il lavoro, il reddito ed il nostro sistema di protezione sociale.”