Incenerito inceneritore e fondi pubblici

16 maggio 2013 | 11:45
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Incenerito inceneritore e fondi pubblici

“Prendiamo atto dalla stampa e da quanto riporta Rocco Rosa, attento osservatore dei fatti regionali e cittadini in particolare, che il sindaco del comune capoluogo di regione, prossimo candidato in pectore alla Regione, ha deciso di farla finita con l’inceneritore.” Ad affermarlo Lorenzo Larocca, presidente Svi. Med per il quale, con riferimento al sindaco, “sembra infatti che voglia riconvertire lo stabile di Vallone Calabrese ed il piazzale antistante, a piattaforma di trasferenza dei rifiuti considerato che proprio non è possibile utilizzarlo come inceneritore. Di converso, però – prosegue – i fondi stanziati dalla prima attivazione dell’impianto ad oggi sono stati oltre 6 milioni di euro di cui 750 mila nel piano annuale 2013, fondi che questa amministrazione comunale ha sperperato con alcune aggravanti: non ha risolto il problema rifiuti della città, ha esaurito la discarica della Pallareta con decenni di anticipo, continua a mantenere i rifiuti nelle strade cittadine per giorni e giorni come tante discariche a cielo aperto e continua a manifestare la totale incapacità a gestire situazioni che in città limitrofe da anni hanno risolto brillantemente.” Per Larocca “quello che più sconcerta però è che nonostante una gestione fallimentare da parte dei vertici Acta, più attenti all’auto di rappresentanza un po’ meno alle attività che dovrebbe svolgere la partecipata comunale, la politica non ha ancora provveduto ad invertire una tendenza deficitaria. Azzerare i vertici Acta, Commissariare l’Azienda – prosegue – se del caso internalizzarla e procedere immediatamente ad una riorganizzazione dei servizi di smaltimento e gestione è l’unica strada da seguire. Tra qualche settimana il problema rifiuti si ripresenterà nella sua drammaticità e allora si ricorrerà a misure straordinarie. Cui prodest ? A chi conviene questa – si chiede concludendo Larocca – nuova destinazione della struttura di Vallone calabrese? Non certo alla comunità potentina; né porterà benefici ambientali, anzi sembrerebbe l’esatto contrario. E allora perché?”