Il femminicidio non è un fulmine a ciel sereno

Ammazzare la propria compagna, una ex o semplicemente una che non ti fila. Lo chiamano femminicidio. E quasi sempre l’autore è quello che “non avrei mai immaginato che arrivasse a tanto” Ti sembra una persona così per bene quell’uomo. Devono essergli venuti i 5 minuti, il raptus. E non ha capito più niente. Già. Eppure avevi segnalato quei suoi strani pedinamenti. Avevi raccontato alle tue amiche che quando uscivi di casa lo trovavi fermo in auto a un centinaio di metri di distanza che ti guardava fisso. Poi ti seguiva in auto. E tu avevi paura persino di sederti a bere un caffè in un bar all’aperto. Ti sentivi che da un momento all’altro qualcuno avrebbe potuto colpirti. Avevi addirittura paura che potesse spararti. Che esagerata! Anche quando te lo sei ritrovata in casa e lo hai raccontato “poverino- ti hanno detto-deve proprio essere pazzo di te”. Quella volta ha persino scavalcato il cancello per entrare da una finestra aperta. E quelle volte in cui la persona che frequentavi da poco ti ha detto che se lo è ritrovato sotto l’ufficio. Fermo in auto a fissarlo e poi a seguirlo. “Ma che è scemo”? Ti ha detto la tua migliore amica. “Si è fissato”. Le telefonate di giorno e di notte. Mute o ansimanti. Ti toglievano il respiro. O quando addirittura si metteva a piangere perché ti immaginava con un altro. Eppure non eri mai stata sua. Le chiamate ai tuoi parenti che provavano a farlo ragionare! Tempo perso. Magari parlandoci tu avresti potuto ricondurlo alla ragione. Illusa. Non era la ragione che gli mancava. Anche se poi al processo lo hanno fatto passare per “pazzo”. Tua madre e tuo padre avrebbero voluto l’ergastolo. E invece l’altro giorno lo hanno incontrato al parco con moglie e figlio nel passeggino. “Si è pentito e redento” dice chi lo conosce. “Ed è un tenero papà. Fu un raptus”. Si, un raptus pensato per un’estate intera! Vorresti gridarlo alle tue amiche, ai tuoi parenti: “Non mi amava, mi odiava al punto da farmi fuori”…puoi gridare quanto vuoi che nemmeno adesso ti sentono. Disperata. Non ti sei rassegnata. Vorresti fargli provare la paura che ti ha fatto provare lui. Vorresti togliergli il respiro come lui lo ha tolto a te. Vorresti rovinargli i primi mesi con la sua donna come lui ha fatto con il tuo nuovo amore. Vorresti essere efferata e vile. Vorresti che provasse il dolore che hai provato tu quando ti ha piantato il coltello in pancia. Vorresti…vorresti. Oggi è il tuo quarantesimo compleanno. Vorresti spegnere le candeline.