Da Potenza a Ortona, l’emancipazione di Eva al Premio Cascella

22 maggio 2013 | 12:39
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Da Potenza a Ortona, l’emancipazione di Eva al Premio Cascella
Da Potenza a Ortona, l’emancipazione di Eva al Premio Cascella
Da Potenza a Ortona, l’emancipazione di Eva al Premio Cascella
Da Potenza a Ortona, l’emancipazione di Eva al Premio Cascella

C’è anche un po’ di Basilicata alla 57esima edizione del Premio Cascella: dal 1955 tra i Premi d’Arte di Fotografie e Pittura tra i più prestigiosi d’Italia. La giovane artista potentina Fabiana Belmonte è stata selezionata, tra i 40 artisti partecipanti, per la sezione fotografia dall’apposita giuria composta da autorevoli esponenti del mondo dell’arte e della cultura: critici, artisti, galleristi, curatori ed esperti d’arte di rilievo nazionale ed internazionale. Intitolato alla memoria di Basilio Cascella, pittore, grafico ed illustratore di origine pescarese, attivo dalla fine del XIX secolo alla metà del XX secolo, il Premio Cascella si prefigge l’obiettivo di valorizzare l’arte contemporanea e crearne uno snodo creativo e di riferimento da esportare nella rete artistica di rilievo internazionale. Un appuntamento, tra i più attesi, che ritorna anche quest’anno: ad Ortona nella preziosa cornice di Palazzo Farnese, dal 25 aprile al 30 maggio.“L’iRa – arte, sogno, giogo, rabbia”: questo il tema sul quale sono stati chiamati quest’anno ad esprimersi gli artisti partecipanti. A loro è stato chiesto di dare una propria risposta, un suggerimento o un pensiero sul tema portante, indagato a fondo e in maniera non banale attraverso i linguaggi della pittura e della fotografia.
“EVA+EVA”: l’opera fotografica di Fabiana Belmonte. “E’ un progetto che ho sviluppato indagando il tema dell’Ira ‘divina’ e della condizione della donna nei nostri giorni partendo – spiega l’artista – dall’episodio della Genesi dove Eva, indotta in tentazione dal male (il serpente), morde la mela proibita e la offre ad Adamo condannando così il genere femminile alla subordinazione. La donna-Eva di Belmonte assume consapevolezza di sé attraverso “il gesto reciproco tra due donne che si scambiano il frutto proibito, inteso non solo come amore intimo, ma anche come riscatto da una cultura religiosa che vuole la donna sempre un passo indietro, a testa china, madre e moglie, senza possibilità di scampo”. Un processo di emancipazione progressivo che l’artista continua ad indagare negli altri scatti (fuori concorso) che compongono il medesimo progetto di ricerca. In “Rivelazione” Eva e la mela entrano in contatto, il gesto delle braccia quasi in simbiosi è un’ostentazione agli occhi di chi vorrebbe Eva al suo posto nell’ombra e inconsapevole, e invoca l’Ira divina che si scagli su di lei, proprio come è riportato nelle Sacre Scritture di quasi tutte le religioni. Ma Eva tende il braccio e “sceglie di scegliere” la conoscenza, di emanciparsi e di vivere l’amore. E, poi ancora, in “Da donna a donne” Eva ha già assunto consapevolezza di sè, si è ribellata ad una società che per troppo tempo l’ha costretta ad un ruolo marginale. Ma questo non le basta: si è tramutata in donna e, in quanto tale, offre la stessa possibilità di emancipazione, di libertà, di azione (la mela), non ad Adamo, bensì a tutti, in particolare alle altre donne.
La premiazione si terrà il prossimo 8 giugno. Il premio finale, per entrambe le sezioni in concorso, sarà assegnato ai due vincitori designati dalla giuria critica e ai due designati dai visitatori. Tra le curiosità: la mostra è stata visitata anche dal critico Vittorio Sgarbi che ha chiesto di poterla visitare – come da sua nota abitudine – alle 2 di notte. Perché in fondo è risaputo: per apprezzare davvero un’esposizione meglio farlo in silenzio e in solitudine. Beato è chi se lo può permettere.