Basilicata 2.0 adesso o mai più, ma a certe condizioni

7 maggio 2013 | 22:19
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Basilicata 2.0 adesso o mai più, ma a certe condizioni

Guardiamoci intorno.  Infrastrutture zero. Lavoro affondato. Agricoltura fuori gioco. Edilizia nelle mani di pochi oligarchi che, nel fare il bello e cattivo tempo, sono finiti sotto il temporale della crisi Artigianato nel dimenticatoio. Il turismo esiste nella fantasia di ipocriti propagandisti dell’Apt. Disoccupati in crescita esponenziale. Cassa integrati in salita verticale. Giovani senza speranza. Insomma, la Basilicata è col culo per terra. E’ colpa della crisi?  No, basta. E’ colpa del sistema mediocre costruito in decenni di mal governo. Senza fare di tutta l’erba un fascio dobbiamo ammettere che i mediocri sono ovunque. Nella politica, nei partiti, nella pubblica amministrazione, negli enti sub regionali, nei Comuni, nella magistratura e nella cosiddetta società civile. Siamo circondati. E nelle aziende? Una realtà imprenditoriale inquinata da un sistema deviato. Imprese col cappello in mano, o con le buste bianche, pronte ad accordarsi con certi settori della politica e della pubblica amministrazione. In questo bel panorama c’è anche il politico che “ruba” il caciocavallo e l’orsacchiotto. Una Regione così ridotta è conseguenza di un sistema di mediocrità diffuso. Oppure è figlia del malaffare. Dopo tutto quanto è successo l’unica alternativa è costruire una Basilicata 2.0. Un’evoluzione necessaria, senza la quale crollerebbe ogni speranza. Quale evoluzione? Un’evoluzione la più moderna possibile. E cioè senza vecchi schemi feudali. Vale a dire centinaia di migliaia di cittadini che smettono di camminare sulle quattro zampe e imparano a mantenere l’equilibrio su due gambe. Un’evoluzione verso il futuro. E cioè sviluppo. Vale a dire svolte radicali nella programmazione della spesa e degli investimenti. Basilicata 2.0 non può essere l’evoluzione della specie politica che ha governato questo territorio per decenni. Non può essere il passaggio dalla mediocrità alla sufficienza. Sarebbe l’ultimo, fatale, fallimento. La Basilicata di domani si costruisce lontano dagli appetiti personali e dalle pretese di carriera di chi oggi ritiene di salire sul piedistallo per causa delle disgrazie dei propri “commilitoni”. La Basilicata 2.0 neanche si costruisce con le cosiddette “novità”. A volte si tratta di avventurieri che credono di avere le soluzioni  in tasca, ma non hanno neanche le tasche. Personaggi di secondo piano con la cresta altezzosa, improvvisati esperti di sviluppo e di politica. Vissuti nell’ombra, aspirano al piedistallo. Tanti galli che vogliono il dominio del pollaio. Questa Basilicata, vecchia  e nuova,  fa paura. Bisogna ripartire dall’umiltà, dalla coscienza del limite, dalla saggezza e dalla concretezza. Soprattutto, bisogna sconfiggere tutte le mediocrità. Anche quelle travestite da “Masaniello”.