A Matera, nello Spazio dell’Angelo gli Alienati di Verova

6 maggio 2013 | 12:09
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A Matera, nello Spazio dell’Angelo gli Alienati di Verova
A Matera, nello Spazio dell’Angelo gli Alienati di Verova
A Matera, nello Spazio dell’Angelo gli Alienati di Verova
A Matera, nello Spazio dell’Angelo gli Alienati di Verova
A Matera, nello Spazio dell’Angelo gli Alienati di Verova
A Matera, nello Spazio dell’Angelo gli Alienati di Verova

Sarà per la profondità materica, il guizzo di emozione, il senso di infinito che suscita la vista che affonda tra i Sassi: ogni occasione è buona per fare un salto a Matera dove pare che l’anima torni a respirare, come liberata. Riconoscerlo è d’obbligo: nella Città dei Sassi – candidata a Capitale europea della Cultura del 2019 – si respira un’aria davvero diversa, del tutto particolare. Lo sa bene il maestro Nicola Filazzola di Ferrandina che nell’incantato scenario del Sasso Caveoso ha realizzato dal 2006 il suo studio con giardino antistante e, al pian terreno, un ampio e suggestivo spazio espositivo. Un contenitore d’arte che risuona potentemente della magia delle pareti in tufo e degli affacci mozzafiato, messo a disposizione per iniziative, mostre, appuntamenti culturali e dal nome particolarmente evocativo: ‘lo Spazio dell’Angelo’. Qui, fino al prossimo 8 maggio, è visitabile “Alienati ed altri strani pred-attori” la mostra fotografica di Filippo Verova, giovane artista di Muro lucano. Una rassegna già ampiamente apprezzata ad ottobre-novembre 2012 quando era stata presentata a Torino nei locali della Fondazione ‘Giorgio Amendola’ per quella mostra con cui il Circolo dei Lucani in Piemonte aveva inteso rendere omaggio al celebre paparazzo italoamericano Ronald Edward Galella (New York, 10 gennaio 1931), di origini muresi.

Una realtà ‘alienata’ tra strani personaggi e sfondi diroccati. Ogni scatto rappresenta una vera e propria creazione. Fotografie quasi opere pittoriche. Sovrapposizioni di piani e varie profondità, piuttosto che semplici manipolazioni ed elaborazioni digitali. Calati in un ambiente bianconero, gli scatti di Verova si colorano di metalliche sfumature (stampa su carta metal) e di un suggestivo quanto mai originale simbolismo per raccontare il tema dell’alienazione e della condizione psicologica dell’uomo progressivamente teso ad estraniarsi dalla realtà: il tentativo di ricercare un mondo ideale, atemporale; l’approdo a luoghi decadenti e disabitati che diventano un’oasi dove potersi rifugiare (gli scenari struggenti e diroccati di Craco, Muro Lucano e Romagnano al Monte). Allegorie e metafore, immagini iconiche senza tempo e senza luogo, immerse in una sorta di ‘metamorfismo antropomorfo’: i bizzarri personaggi sembrano usciti da Alice nel paese delle meraviglie o piuttosto da Arancia Meccanica; surreali e fiabeschi manifestano inquietudine negli occhi cerchiati di nero, nei visi di cera. Quasi un inganno per lo spettatore: perché sembrano vere e proprie fotografie dipinte, come incise. Ogni singola linea di espressione è stata bruciata, accentuata, esaltata (tecnica dodge and burn). Il frutto di un lavoro lungo ben otto mesi.

Artisti di talento: lo Spazio dell’Angelo è per loro. “E’ una mostra – sottolinea l’artista Nicola Filazzola – che intende dare la visibilità dovuta a questo giovane e promettente fotografo che ho avuto il piacere di conoscere non molto tempo fa. Sono felice che questo mio spazio espositivo accolga, ancora una volta, un validissimo contributo all’arte, alla cultura e alla crescita di ciascuno di noi”. Lo Spazio dell’Angelo si è rivelato “la cornice ideale” per Filippo Verova che si dice ampiamente soddisfatto dell’esperienza materana e rivela che, nei prossimi mesi, la sua rassegna di scatti resterà esposta ancora in giro per la Basilicata. Mentre tra le prossime iniziative in programma nello spazio espositivo di Nicola Filazzola c’è una collettiva: nelle intenzione degli organizzatori l’occasione per mettere in mostra una decina, non di più, di significativi talenti sia della Basilicata sia della vicina Puglia. Un’occasione di reciproco confronto con tendenze, spunti e personali ricerche di artisti che siano accumunati da una caratteristica imprescindibile: “che abbiano davvero – evidenzia Filazzola – qualcosa da dire”. E, dunque, per chi non è di Matera, sarà senz’altro una nuova occasione da cogliere al volo: perché, in fondo, per fare un giro nei Sassi non c’è pretesto migliore che una bella mostra d’arte contemporanea.