La Basilicata tra le regioni europee a più bassa occupazione giovanile

Tra il 2008 e il 2011 il tasso di occupazione dei giovani è sceso dal 24% al 19%, un valore tra i più bassi in assoluto all’interno dell’Unione europea (la media è di oltre il 33%), con quattro regioni italiane (Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia) che si collocano tra le regioni europee a più bassa occupazione giovanile. Lo rileva ‘Ambiente Italia 2013’, rapporto annuale di Legambiente realizzato in collaborazione con l’Istituto Ambiente Italia, presentato oggi. Il fenomeno che dovrebbe destare maggiore preoccupazione è l’alto livello di giovani che non lavorano nè studiano nè sono attivi disoccupati (i cosiddetti Neets). In Italia, il loro livello, già elevato nel 2008 (16,6%), è esploso dopo la crisi raggiungendo il 20% nel 2011. Un valore ben superiore non solo alla media Ue (13%), ma anche a quello del Portogallo (12%), della Grecia (17%) o della Spagna (18%). L’Italia, come e peggio di altri paesi mediterranei europei, mostra poi un forte gap tra uomini e donne nell’accesso al lavoro (il tasso di occupazione femminile è il 70% di quello maschile) e al reddito. Il reddito femminile è il 54% di quello maschile, ma un forte gap si ha anche nell’accesso alle responsabilità politiche e istituzionali e manageriali, dove le donne sono il 50% degli uomini. Particolarmente drammatica è la condizione di esclusione delle donne che si registra nelle regioni meridionali. Nel 2011, il più basso tasso di occupazione femminile in tutta l’Unione europea si registra in tre regioni italiane: Campania, Sicilia e Puglia. Puglia e Campania sono anche le regioni con il più ampio gap occupazionale tra uomini e donne. (Adnkronos)