De Filippo faccia sul serio, elezioni subito
Molti consiglieri regionali sono nei guai. Emerge un sistema di piccole truffe, che sembrano miserevoli goliardie di quattro sciagurati. Emerge la superficialità, con cui alcuni esponenti politici hanno gestito la partita dei rimborsiSotto il profilo giudiziario vedremo come andrà a finire, anche per l’avviso di garanzia notificato al Governatore. Sotto il profilo morale la vicenda è difficile da contenere: tutti condannati senza appello. Anche se, come in tutte le cose del mondo, c’è chi si trova coinvolto nella tempesta suo malgrado. La magistratura farà ciò che le compete, interpreterà carteggi, fatture, scontrini. Giudicherà sulle carte. Noi, opinione pubblica, possiamo valutare i comportamenti dei politici coinvolti nella vicenda esprimendo un giudizio morale, ma con riserva. Se i fatti contestati dalla magistratura avranno riscontro in sede processuale, ci troveremo di fronte ad una situazione dolorosa. Gli arresti e le altre misure adottate dalla Procura della Repubblica di Potenza a valle di un’indagine che ipotizza reati di truffa e peculato, sono già un fatto grave. Prendiamo atto e facciamo le considerazioni del caso per gli effetti che questa vicenda avrà sulla politica. Certo non può essere la magistratura a decidere le sorti del Consiglio regionale e del Governo della Basilicata. Questa decisione spetta alla politica. Ed è una decisione che bisogna prendere subito. Su quali basi motivarla? Esclusivamente su principi e criteri di democrazia. Almeno una decina di eletti dal popolo si trovano in una condizione oggettiva di “fuori gioco”, indipendentemente dall’esito del percorso giudiziario. Un terzo del Consiglio regionale non è nella possibilità di esercitare le proprie funzioni. Si è frantumata la relazione di fiducia tra eletti ed elettori, semmai c’è stata. Si è divelta la fiducia tra istituzione regionale e cittadini, già indebolita in anni di opache scelte amministrative. In questa condizione l’unica cosa da fare è tornare a votare. Le dimissioni di De Filippo, se non sono tattiche, frutto dell’ennesimo calcolo di convenienza, devono determinare lo scioglimento del Consiglio regionale. Ma occorre districare un altro dubbio che riguarda la magistratura lucana. L’opinione pubblica si aspetta altre indagini, su vicende più gravi. Dal Petrolio agli affari sui rifiuti, dall’acqua ai reati ambientali. Non sarà certo l’arresto di un politico per una presunta truffa di qualche migliaia di euro a fugare i dubbi dei cittadini su una Magistratura che sembra impotente su altri fronti, cieca su molte altre travi. Ecco, questa scossa giudiziaria può diventare l’occasione per ricostruire le basi della fiducia nella società lucana e tra cittadini e istituzioni.