Zombi, intermediari e furbacchioni della politica

10 marzo 2013 | 18:05
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Zombi, intermediari e furbacchioni della politica

Basta con i mediatori nella lunga catena delle infinite mediazioni. Costose e inituli. Le questioni vitali dei lavoratori, dei cittadini, della Basilicata vanno sollevate attraverso la mobilitazione direttaCcon la contestazione frontale, rivendicando, ma anche proponendo soluzioni e pretendendo risposte immediate.  Mio padre, ex sindacalista, ex lavoratore edile, non è più ignorante di un qualsiasi consigliere regionale che si pavoneggia tra i banchi del palazzo. Mio padre, però, non è stato eletto, per fortuna. Avrebbe proposto la condanna a morte per i politici che rubano. In compenso sono stati eletti personaggi che hanno condannato a morte la Basilicata.

Tutti quelli che campano sui “ci penso io” , “ci parlo io”, “adesso vediamo, state calmi”, tutti questi devono andare a casa prima dei politici. La Basilicata è terra di intermediari. Quelli che mediano tra cittadini e istituzioni, tra interessi di categoria e politica, tra economia e affari, tra società e potere. Sono tanti, molti. Campano sui problemi degli altri, vivono di richieste inascoltate e di istanze allungate negli anni. La Basilicata è la regione dei tavoli, delle consulte, dei comitati, delle task force. Risultati zero. Fermare questa deriva pseudo-democratica è una priorità. Questa gente spesso è prezzolata dal potere che dovrebbe criticare.

Che fine ha fatto il tavolo Basilicata 2012? Annunciato in pompa magna, avrebbe risolto chissà quali e quanti problemi. Sindacati, organizzazioni imprenditoriali, regione, tutti insieme a discutere e a decidere per il lavoro e lo sviluppo. Cacca. Il solito tavolo evanescente. Scomparso. Inesistente.

Intanto la direzione regionale del Pd discute sull’esito del voto. Discute si fa per dire. Ascoltare alcuni dirigenti del partito che parlano solo per marcare la loro esistenza, è una pena indescrivibile. Pensano di analizzare il voto ricorrendo a categorie politiche e culturali degli anni 80. Un’ignoranza plateale che ha fatto soffrire il segretario Speranza, l’unico capace di fare un’analisi decente. Purtroppo, oltre l’analisi, il segretario non ha proposte. Il Partito democratico rischia di finire nell’ennesima rissa tra consorterie interne. La sensazione è netta. Il Pd pensa di aggiustare tutto rimaneggiando la composizione del governo regionale. Rilanciare un partito vecchio, che ha costruito feudi separandosi dalla società che sopravvive, non è facile. Qualcuno è in grado di indicare una prospettiva di sviluppo per la Basilicata? E, soprattutto, è in grado di realizzarla? I limiti sono evidenti. Gli incapaci sono nel Pd, non nella società civile. Ma anche i furbi sono nel Pd. Quelli che fanno finta di scendere dalle nuvole avendo gestito soldi e potere in questi 20 anni. Questi furbi, nel dibattito in direzione, sono intervenuti con una faccia tosta piombata dal silenzio dei tanti cosiddetti innovatori presenti in sala.

E’ evidente. La Basilicata ha bisogno di semplicità, umanità, onestà. Via i vecchi baracconi dell’intermediazione. Va superato immediatamente un fenomeno angosciante: lo zombismo della vecchia politica. Come gli zombi questa gente risale dal fondo dopo che l’hai respinta con tutte le forze. Questo meccanismo si chiama “sopravvivenza sulla pelle della gente”. Il Pd per resuscitare deve necessariamente morire. Perché, in fondo, non è mai nato.