Una città che galleggia nella spazzatura

4 marzo 2013 | 18:53
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Una città che galleggia nella spazzatura
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Una città che galleggia nella spazzatura
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Una città che galleggia nella spazzatura
Una città che galleggia nella spazzatura

A parte qualche flebile miglioramento rispetto alle ultime settimane la situazione rifiuti nel capoluogo rasenta livelli di guardia al limite della sopportazione.  Ad uno smaltimento dei rifiuti da teatro dell’assurdo bisogna aggiungervi quel che resta della pazienza dei cittadini che, a ragione e indubbiamente, risulta più difficile da smaltire. Se le criticità maggiori rimangono nelle frazioni e nelle estreme periferie, anche nelle aree più decentrate della città – da Malvaccaro a Bucaletto, da Sant’Antonio La Macchia alla zona Industriale – i cumuli di rifiuti accatastati fanno la loro “sporca” figura. Basti pensare che in via Isca del Pioppo (come documentano le nostre foto), a ridosso della zona commerciale della città in via di espansione e soprattutto ad un tiro di schioppo dagli uffici regionali, pneumatici, vetri, pannelli, materiali di risulta e finanche materassi “dormono” sonni tranquilli. L’asticella dunque a furia di tenerla tesa rischia di spezzarsi. A conti fatti una soluzione nell’ordinario va trovata alacremente poiché la stazione di trasferenza di Tito non può sobbarcarsi, in via straordinaria, tutta la mole di “monnezza” che proviene dal capoluogo. A tal proposito l’ex inceneritore di San Luca Branca dovrebbe fungere da centro di trasferenza secondo quanto si apprende dal comune che avrebbe intenzione di chiedere un finanziamento alla regione per portare avanti il progetto. Fuochi pirotecnici di San Luca Branca all’orizzonte dunque? Magari. Per il momento solo fuochi di paglia; per l’amministrazione è solo una “questione di carte”, il tuttappostismo invece, come si sa non ha mai cantato messe. La raccolta“porta a porta”, richiesta di voto a parte, rimane una chimera. La differenza o la “differenziata” è tutta qui. Tra un anno però si vota e qualcuno, chissà, vorrà pure farci una bella figura. Per intanto gli accatastamenti attorno ai cassonetti continuano, in una città che produce almeno 600 quintali giornalieri di rifiuti, gli olezzi nauseabondi sono quelli che sono e le gatte – a parte quelle che saltano dai bidoni – da pelare si moltiplicano a dismisura.