Quella scarsità di cui nessuno parla

12 marzo 2013 | 21:56
Share0
Quella scarsità di cui nessuno parla

 I lucani sono diffidenti. Il livello di fiducia negli altri, cioè il grado di fiducia che le persone sono disposte ad accordare ai loro concittadini, è decisamente basso. L’Istat ci segnala che in regioni come la Sicilia, la Basilicata, la Puglia e la Campania meno del 15% della popolazione ritiene che gli altri siano degni di fiducia, mentre ad esempio in Trentino Alto Adige la quota supera il 30%. Questo dato è drammatico. E’ l’indicatore della pessima condizione civile e sociale in cui vive la nostra regione. Qui scarseggia un bene relazionale essenziale. Senza fiducia non c’è sviluppo.  Il progresso di un territorio dipende soprattutto da questo capitale sociale. Cioè da quell’insieme di relazioni interpersonali, di norme, di valori che facilitano la cooperazione. Quel “senso civico” che ci rende capaci di “fare le cose insieme”, di prenderci cura della nostra comunità. La presenza o meno di questa capacità determina in modo cruciale la performance non solo economica di un territorio, ma anche quella politica, amministrativa e sociale. In un clima di fiducia diffusa ho a che fare, per esempio, con un amministrazione efficiente e affidabile e con una classe politica onesta e competente, o più semplicemente con dei vicini di casa su cui poter contare. Quando scarseggia la fiducia e cresce la paura, è difficile dare un contributo di opinione, di intelligenza, di competenza, e la partecipazione ne risente pesantemente. Eppure nel dibattito politico questo argomento non esiste. Peccato. Perché la fiducia sta allo sviluppo come la farina al pane. Ecco dunque una priorità per la Basilicata: ricominciare a produrre fiducia, senza la quale non esiste prospettiva di futuro anche in presenza di altre condizioni necessarie. I cittadini sono disposti a mantenere la fiducia finché il comportamento delle persone, soprattutto delle persone che hanno il potere, è coerente con i principi e i valori dichiarati e condivisi. Allora la fiducia interlocutoria, confermata dall’esperienza, sfocia in fiducia istituzionale. In Basilicata no. Questa esperienza è difficile da realizzare. La politica consuma fiducia, ma non la produce. Molto, dunque, dipende dal comportamento della politica e delle istituzioni. Quando si nascondono i dati sull’inquinamento, quando si trucca un concorso pubblico, quando si fanno promesse da marinaio, quando dilagano furbizie e opportunismi, si distrugge la fiducia. Quando la magistratura non fa il suo dovere imparziale fino in fondo, si alimenta la sfiducia. Quando un ragazzo o una ragazza meritevoli subiscono la mortificazione del raccomandato incapace, vanno in fumo tonnellate di fiducia. E lo sviluppo va a farsi fottere.