Petrolio: basta con gli esperti del “tuttapposto”

14 marzo 2013 | 12:10
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Petrolio: basta con gli esperti del “tuttapposto”

In questo periodo sembrerebbe andare di moda un certo refrain teso a smorzare le preoccupazioni sull’interconnessione che sussiste tra estrazioni petrolifere e terremoti. Lo si fa con incontri programmati, conferenze, tavoli scientifici evidentemente per “tranquillizzare gli animi dei lucani” in merito alle attività estrattive in Basilicata. Tuonano così le associazioni della Ola (Organizzazione lucana ambientalista) e No Scorie e Ambiente e Legalità, chiedendo di “smetterla con il ciclo di conferenze scientifiche”. Chissà perché, è la denuncia delle associazioni ambientaliste, le “attività estrattive sono considerate a rischio sismico e cancerogeno per californiani e norvegesi, ma ‘tranquille’ per i lucani, a detta della maggior parte di queste autorità scientifiche, molte delle quali svolgono ruoli di consulenza, profumatamente pagati, con le società minerarie.” Si chiede così alla Regione Basilicata di fornire l’elenco delle collaborazioni e delle consulenze che i relatori hanno nei loro curricula, sia con la stessa Regione Basilicata e sia con le compagnie minerarie. Ci si è “scomodati” in convegni “senza l’ombra di un contraddittorio” e lo stesso capiterà il 15 marzo dove “ripartirà da Marsico Nuovo il tour del tuttapposto”. A tal proposito sarà il Cnr Basilicata “a dire la sua” sulla sismicità indotta dalle attività estrattive in Val d’Agri con il presidente del Cnr Basilicata, Vincenzo Lapenna, il fisico Marco Mucciarelli del Difa dell’Unibas, e il ricercatore Cnr, geologo, Davide Scrocca. “Incuranti delle loro stesse contraddizioni – fanno sapere le associazioni – gli esperti vengono ora a relazionare in Basilicata sulla sismicità indotta dalle attività estrattive non mettendo in risalto tre aspetti scientifici importanti per le comunità del territorio agrino. Il primo: il rischio delle perforazioni in altura per le falde acquifere del sottosuolo; il secondo, che le società minerarie in Basilicata perforano lungo le faglie sismiche e lungo i monti; il terzo – concludono – che sotto i monti di Marsico Nuovo, Marsico Vetere e Tramutola, insistono le circa 700 sorgenti del fiume Agri a rischio di inquinamento irreversibile, per consentire all’Eni di estrarre altri 26 mila barili al giorno”. Le organizzazioni ambientaliste, pertanto, chiedono ai relatori del convegno del 15 marzo: quali e quante consulenze hanno svolto; con quali società minerarie o enti pubblici hanno collaborato e l’entità economica della consulenza ricevuta.