Emilio Colombo, il simbolo di una politica che non vuole morire

14 marzo 2013 | 23:58
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Emilio Colombo, il simbolo di una politica che non vuole morire

Inizierà domani 15 marzo, alle 11, la seduta numero uno del Senato della Repubblica nella XVII legislatura. Sarà presieduta dal Senatore a vita Emilio Colombo (93 anni). Sarebbe stato opportuno evitare questa sofferenza al senatore Colombo e al Paese. In questa fase cruciale e di transizione il senatore a vita ultra novantenne avrebbe fatto meglio a farsi da parte. Non esiste un obbligo particolare. Il vecchio “statista” avrebbe potuto opporre molte ragioni per evitare la presidenza. Ma, fino alle ore 24 di oggi, questa opposizione non si è vista. Anzi, nelle scorse settimane, il 93enne politico dalla nascita, ha addirittura alzato la voce. Minacciando furibonde sfuriate a chi si presenta in aula senza cravatta. E’ deprimente, tutto deprimente. Il Paese vive una condizione di crisi drammatica. Ma Sua eccellenza l’ex presidente del consiglio dei Ministri, ministro degli esteri eccetera, non lo sa. Non può saperlo. Egli ha esercitato la politica quando la politica aveva a che fare con un “popolo democristiano”, ha esercitato la politica quando tutti i privilegi della casta apparivano  necessari e ordinari. Egli ha avuto e preso tutto dalla politica. Benefici, prerogative, immunità. Non si è fatto mancare niente. Ai suoi tempi non montava la protesta contro i costi della politica. Non montava la rabbia contro la crisi. Ai suoi tempi le vacche erano grasse e la gente si illudeva. Ai suoi tempi la gente si inginocchiava alla santa salvatrice Democrazia Cristiana. Ai suoi tempi si sono costruite le fondamenta di un vecchio futuro che ha assassinato il presente. Il 15 marzo, alle ore 11, nell’aula del Senato della Repubblica va in scena l’ennesimo, e speriamo ultimo, atto dell’ipocrisia di una Nazione che non fa pagare mai il conto a chi ha sbagliato e continua a sbagliare. Anzi. Emilio Colombo non solo è fuori luogo, ma è fuori dalla storia. Egli, però, vuole respirare ancora una volta con l’ossigeno del popolo. Lo desidera, convinto che ha dato un contributo irripetibile all’Italia e alla Basilicata. Buona vita.