Scaroni indagato per corruzione

7 febbraio 2013 | 20:38
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Scaroni indagato per corruzione

L’ad dell’Eni, Paolo Scaroni, è indagato per corruzione internazionale nell’ambito dell’inchiesta su una presunta maxitangente da quasi 200 milioni di euro per gli appalti Saipem in Algeria

Nell’ambito dell’inchiesta, gli investigatori della Gdf stanno perquisendo la casa dell’Ad di Eni, Paolo Scaroni, a Roma e la sede dell’Eni a San Donato Milanese e gli uffici di Saipem. Scaroni è indagato per corruzione internazionale

Nell’inchiesta sulla presunta corruzione internazionale in Algeria sono indagate 8 persone, tra cui l’ad dell’Eni Paolo Scaroni. Gli indagati sono Pietro Varone, dirigente Saipem, Tullio Orsi, ex dirigente Saipem, Pietro Tali, ex ad Saipem, Alessandro Bernini, ex direttore finanziario Saipem, Antonio Vella, altro dirigente Saipem, come Nerio Capanna, anche lui indagato. E’ indagato anche Farid Bedjaoui, il presunto intermediario a cui era riconducibile la società di Hong Kong ‘collettrice’ delle mazzette

“Siamo totalmente estranei”. Così l’a.d. di Eni Paolo Scaroni all’ANSA, con riferimento all’inchiesta per corruzione internazionale in cui risulta indagato.

L’ad di Eni Paolo Scaroni avrebbe incontrato a Parigi un intermediario di una società di Hong Kong, società che avrebbe fatto da collettore delle tangenti destinate a funzionari pubblici algerini per gli appalti Saipem. E’ quanto si è appreso da fonti qualificate in ambienti giudiziari.

Anche Eni, oltre a Saipem, è indagata in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti nell’ambito dell’inchiesta per corruzione internazionale, che vede indagato il numero uno del cane a sei zampe, Paolo Scaroni

“In merito all’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Milano che coinvolge Saipem per attività in Algeria, Eni prende atto che la Procura ha esteso le indagini anche nei confronti di Eni e del suo Amministratore Delegato”. Lo si legge in una nota in cui il gruppo e l’ad Paolo Scaroni “si dichiarano totalmente estranei alle vicende oggetto di indagine”. Nella stessa nota l’Eni precisa di aver “direttamente fornito, e continuerà a fornire, la massima cooperazione alla magistratura”. (Ansa)