Ospedali vecchi e a rischio crollo in caso di terremoto

7 febbraio 2013 | 16:13
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Ospedali vecchi e a rischio crollo in caso di terremoto

Ospedali vecchi e per il 75% con «gravi carenze» in caso si verificassero forti sismi. A lanciare l’allarme è la Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, presieduta da Ignazio Marino (Pd), nella relazione finale sulla sua attività presentata questa mattina a Palazzo Madama. Avviata a seguito del terremoto dell’Aquila che determinò anche rilevanti lesioni al locale Ospedale «San Salvatore», l’inchiesta delinea «un quadro nazionale che evidenzia una diffusa vetustà delle strutture ospedaliere esistenti». Il 75% delle strutture verificate (200 su tutto il territorio nazionale) presenterebbe «carenze gravi per terremoti molto forti». Detto in altri termini: «se si verificasse un terremoto particolarmente violento – si legge nella relazione – con magnitudo superiore a 6,2-6,3, il 75 per cento degli edifici che sono stati verificati crollerebbe». Il 60% degli edifici avrebbe invece «carenze per terremoti abbastanza importanti» (sismi di intensità 6 sulla scala Richter). “Per quanto riguarda la situazione degli edifici ospedalieri – si legge nella relazione – ancorchè in mancanza di una cifra esatta, le strutture che necessitano di una pluralità di interventi, che sarebbero strategiche in base alla loro localizzazione in zone ad alto rischio sismico dato che costituiscono un punto di riferimento per la gestione di eventuali situazioni di emergenza post evento, non sono meno di 500» e «sono strutture distribuite soprattutto lungo l’arco appenninico, nella zona dell’Italia centrale ma soprattutto meridionale, in particolare in Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia”.