Le rose d’un amore assassino appassiscono subito

14 febbraio 2013 | 16:15
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Le rose d’un amore assassino appassiscono subito

E’ particolarmente indigesta la notizia che l’ennesima vittima di un marito violento sia morta nel giorno in cui si festeggia l’amore. Giuseppina, aveva 52 anni. Il marito l’ha prima investita con l’auto e poi le ha dato fuocoGiuseppina ha lottato contro la morte per tre giorni. Non ce l’ha fatta. E’ successo a Napoli. La bestia che l’ha uccisa deve essersi ispirata all’altro maiale che qualche settimana fa, a Treviso, ha prima stretto la gola alla giovane moglie e poi, dopo aver simulato un incidente d’auto ha dato fuoco al veicolo. La fortuna o chissà un miracolo hanno fatto si che in quel caso la donna si salvasse. 

Di notizie indigeste questa giornata dedicata all’amore è piena. Campeggia su tutti i giornali, infatti, la notizia che Ruggero Junker, che nel 2002 uccise la fidanzata, la 26enne Alenya Bortolotto, dopo 10 anni e mezzo di carcere potrebbe tornare libero. Per chi non lo ricordasse Junker fece a pezzi la giovane fidanzata. E’ uscito il 21 gennaio dal carcere. I 30 anni a cui era stato condannato per effetto di patteggiamento, sconti di pena, e altre alchimie tutte italiane si sono ridotti al punto che presto sarà completamente libero. A 46 anni Junker è ancora in tempo per rifarsi una vita. Leggere la notizia della sua completa scarcerazione nel giorno di San Valentino fa un certo effetto.

Le rose d’un amore assassino appassiscono subito. Le condanne per un “omicidio d’amore” ancor prima. Oggi più che mai è giusto ricordare le vittime di femminicidio, quelle donne che si sono illuse di poter cambiare l’uomo con cui avevano scelto di condividere la vita. Quelle che hanno “osato” respingere un amore non corrisposto; quelle donne a cui la legge riserva sempre una giustizia a metà in nome dell’amore. L’elenco, volendole citare tutte, sarebbe interminabile. E poco importano i nomi. Sono persone uccise da assassini senza scrupoli che hanno il coraggio di dire che le amavano troppo. L’amore che uccide non è amore. E’ omicidio.

La smettano certi “benpensanti” con la storia che alcuni uomini uccidono perchè amano troppo. La smettano di prendere sottogamba minacce, persecuzioni e lividi. Prevenire un femminicidio è possibile innalzando le pene per chi si arroga il diritto di amare tanto da “menare le mani”. Fino a quando si userà l’attenuante del “troppo amore che uccide”, il femminicidio sarà punito sempre in modo non adeguato.