L’arte è di casa al Palazzo di Città

26 febbraio 2013 | 16:43
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L’arte è di casa al Palazzo di Città
L’arte è di casa al Palazzo di Città
L’arte è di casa al Palazzo di Città
L’arte è di casa al Palazzo di Città
L’arte è di casa al Palazzo di Città
L’arte è di casa al Palazzo di Città

Porte aperte all’arte contemporanea. Non  è certamente luogo deputato all’arte, in senso stretto, ma ad accogliere l’arte ben si presta. L’atrio del Municipio di Potenza, in piazza Matteotti, nel cuore del centro storico del capoluogo lucano, si conferma una location pubblica che, al di là della sua funzione strettamente istituzionale, è periodicamente a disposizione di quanti siano in grado di proporre qualcosa di particolarmente interessante dal punto di vista artistico e culturale. Preziose occasioni tanto per gli artisti locali di mettere in evidenza talento espressivo e personali ricerche; quanto per la comunità cittadina di lasciarsi sorprendere da un inatteso incontro con l’arte in un luogo che si apre alla dimensione espositiva e si riscopre ‘contenitore’ culturale: spazio pubblico di quotidiano passaggio, aperto ad accogliere interessanti riflessioni e contributi che provengono dal vivace mondo dell’arte e dei suoi molteplici linguaggi. Una funzione ‘altra’ che, al di là della cornice espositiva in sé, si riconosce anche nel dare testimonianza di un variegato e pulsante hic et nuc contemporaneo.

Fino al 3 marzo la mostra di pittura e poesia “Amore diversamente abile”. Una trentina le tele della ventisettenne Sandra Mancino unitamente ad una quarantina di poesie di Enzo De Lorenzo. Come punto di contatto hanno la percepibile fede in Cristo e la quasi palpabile presenza dello Spirito Santo. Una mostra nata con l’intento di essere una “reciproca contaminazione” tra i due artisti che raccontano di essersi conosciutisi durante il viaggio di ritorno del Treno Bianco dell’Amasi da Lourdes e, proprio in quell’occasione, di aver avuto l’idea di intraprendere una collaborazione artistica fondante sulla comune esperienza religiosa. Esplodono in un trionfo di colori le pitture surreali, oniriche, della giovane Sandra Mancino che si rivela artista in grado di esprimere la freschezza della sua giovane età e la profondità di sentimenti maturati anche attraverso la sua esperienza nel santuario mariano francese. Celebrano un irrinunciabile “innamoramento della vita” i versi poetici dello psicologo Enzo De Lorenzo, provato nel fisico da una disabilità che lo accompagna dalla nascita e nel morale da diverse vicende non felici che hanno segnato il suo rapporto con la società.

In precedenza “Senza titolo”: sei sguardi di donna. All’indomani di San Valentino si è conclusa la collettiva composta da una ventina di opere, tra pitture e sculture, di sei artiste potentine. Di grandi dimensioni le tele di Anna Corrado: tinte morbide e tratti monocromatici, dolenti accenni di estrema nostalgia, per corpi abbandonati su uno sfondo a-cromatico, di assenza o negazione di trasalimenti di memoria o emozione. Pennellate come coriandoli per le pitture di Katia Stain: il gioco di cromie leggere per istantanee di un preciso presente, a cui ancorare il ricordo fuggevole di bellezza e calda dimensione familiare. Giulia Valentino preferisce toni luminosi per il suo figurativo: la vividezza che variamente riempie le figure femminili hanno resa quasi fotografica di un vago senso di solitudine e anelito di infinito. Intensi i paesaggi di Pompea Di Stefano nei suoi oli: il figurativo sposa un’impronta surrealista e predilige il chiaro-scuro malinconico di scorci quasi fiabeschi e per monocromatici spiragli naturalistici in cui gioca con vino e di foglie d’oro zecchino. Ritrattista per vocazione, Maria Grazia Montesano propone omaggi monocromatici a grandi star e visioni surreali-grottesche di stampo fumettistico in cui esaspera la sensualità femminile. Rendono omaggio alle donne di Modigliani le sculture-vaso di Tina De Stefano caratterizzate da un delicato e tenue figurativo; possenti, invece, le sue sculture in bronzo e terracotta che riprendono pose complesse o volti isolati.