Fiat Pomigliano, pagati ma devono rimanere a casa

4 febbraio 2013 | 15:41
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Fiat Pomigliano, pagati ma devono rimanere a casa

La Fiom è pronta “a mettere in campo tutte le azioni giuridiche e sindacali per impedire il perdurare di una situazione non più accettabile”

Lo ha detto il leader delle tute blu della Cgil, Maurizio Landini, parlando della vicenda dei 19 operai Fiom della Fiat di Pomigliano. La Fiom “sta valutando le azioni e non esclude nessuna strada”.

Secondo il segretario generale della Fiom- come si legge su Ansa.it- a questo punto “é necessario che intervengano direttamente le istituzioni, il governo e le forze politiche: non si può più accettare questo silenzio, il lasciar fare”. Al riguardo Landini evidenzia come l’azienda non possa godere “di extraterritorialità”. L’accaduto di oggi a Pomigliano, prosegue Landini, “conferma come sia in atto una esplicita politica di discriminazione nei confronti dei lavoratori che scelgono di essere iscritti alla Fiom”. Inoltre, per il leader del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, dimostra “l’incertezza complessiva” della Fiat. Infatti, spiega, si tratta di “un atteggiamento contraddittorio”: “Non si può dire la domenica una cosa e il lunedì un’altra”. Landini ha anche sottolineato come tra Cgil e Fiom “ci sia un giudizio preciso e univoco su quello che sta succedendo in Fiat”.

Saranno regolarmente retribuiti ma resteranno a casa i 19 operai della Fiom assunti in Fabbrica Italia Pomigliano lo scorso novembre su disposizione della corte d’appello di Roma.  “E’ un’ingiustizia che dei lavoratori vengano retribuiti per stare a casa. La Fiat ha una concezione medievale dei rapporti di lavoro, un’idea legata al delirio di onnipotenza dell’amministratore delegato”. Così Giorgio Araudo, ex segretario nazionale Fiom e oggi candidato alla Camera con Sel, commenta la decisione del Lingotto sui 19 lavoratori di Pomigliano. “Si vuole umiliare i lavoratori, non è questa la civiltà europea del lavoro”, ha aggiunto Airaudo. “Anche a Melfi era accaduto, ma in questo caso sono stati formati dei lavoratori per lasciarli a casa retribuiti. Un gesto discriminatorio e inutile”.