Cacciare i padroni e liberare gli schiavi

2 febbraio 2013 | 17:02
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Cacciare i padroni e liberare gli schiavi

Esistono partiti cosiddetti politici, che non esistono. Non hanno iscritti e militanti. Al massimo hanno simpatizzanti per via del favore fatto da quel tizio che adesso è candidato in lista. Si simpatizza per la pratica di pensione. Per la visita medica gratis, per il passaporto ottenuto in tempi record. Si simpatizza per quella raccomandazione alla banca, per quella spintarella alla selezione, per quella presunta intercessione al concorso pubblico. Tanti partiti sono la copertura di avventurieri aspiranti al comando. Corsari pronti ad assaltare le ultime zavorre di ricchezza e di potere. Inutili ominicchi megalomani. Molti candidati alle elezioni politiche in questi giorni si vendono l’invendibile. Più bravi di Totò che voleva infilare il pacco all’americano convinto di comprare la Fontana di Trevi. I curricula professionali degli aspiranti ad un lavoro circolano alla stessa velocità dei titoli azionari alla borsa di Londra. “Vedo io, faccio io, posso occuparmene, stai tranquillo”. Ma sta cambiando l’offerta. Adesso non ti promettono un lavoro, ma la cassa integrazione. “Stai tranquillo non ti faremo licenziare”. Non ti promettono una casa, ma la possibilità di mantenere quella in affitto. “Stai tranquillo parlo io con il proprietario”. Non ti promettono più la terra, ma la possibilità di mantenerla. “Stai tranquillo, parlo io con la banca”. Capita di peggio. Gente che per decenni ha sventrato il territorio, mangiandosi le budella con la passione di un cannibale, è ancora sui palchi a raccontare cazzate. Ma capita anche di peggio. Sotto quei palchi c’è gente che respira i rutti di quegli insaziabili. La strada non è cambiare i padroni, ma liberare gli schiavi. Non per farne dei liberti, ma per addestrarli alla cittadinanza. Un cittadino vero è sempre un pericolo per i politici falsi.