Un Paese di merda può diventare qualcosa di serio?

13 gennaio 2013 | 19:06
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Un Paese di merda può diventare qualcosa di serio?

Siamo sul punto di scoppiare. Ti scrivo per sfogarmi, niente altro, non voglio niente, niente. So cavarmela da sola, come ho sempre fatto, da quando il mondo mi ha vomitato addosso. Mi chiedo perché una persona deve soffrire la fame, ma questo è niente. Mi chiedo perché un bambino deve soffrire perché suo padre e sua madre soffrono per il loro bambino che soffre.  Mi chiedo perché devo vivere nell’angoscia di uno Stato che mi intima di pagare l’acqua, e poi la luce e poi il gas. Ma lo Stato lo sa che non posso pagare? Io vorrei, vorrei tanto, ma non posso. Non ho i soldi. E non voglio i soldi dallo Stato, neanche voglio i viveri dalla Caritas, nemmeno voglio il sussidio dal Comune. Non voglio finire nella voragine della pietà o della carità per regalare prestigio e gratificazioni a chi si esalta nella propria falsa solidarietà. Non voglio finire nel tritacarne della povertà perenne. Io voglio dimostrare al mondo che sono una persona piena di idee, di prospettive, di capacità. Datemi la possibilità.  Mandate via quell’uomo che mi chiede “dolcezza” per rilasciarmi le autorizzazioni che mi servono. O meglio mandate al diavolo quelle cazzo di autorizzazioni inutili. Datemi la possibilità. Mandate a casa quel cretino dell’ufficio  igiene che ancora non conosce le ultime disposizioni del ministero.  Per favore, lasciatemi fare.  Dite a quell’impiegato di banca che lui vive sulle spalle degli altri, e ditegli che il suo padrone è un ladro legalizzato dallo Stato. Io pretendo un prestito, senza quelle garanzie di merda che mi chiedono.  Mi ha detto: “lei ha un patrimonio?” Porca puttana, se avessi un patrimonio ti manderei a fare in culo subito.  Ho fatto migliaia di chilometri in treno e in autobus, grazie a quel santo di mio padre che ogni tanto mi regala 50 euro. Ma niente, niente. Dovrei rivolgermi ad un certo politico, o anche ad un altro. Così mi dicono. Dovrei evitare di partecipare a quelle riunioni del gruppo “autonomia e libertà”. Non dovrei sottoscrivere quei manifesti e non dovrei scrivere quelle cose sul mio blog. Solo così forse potrei finalmente fare ciò che voglio fare:  costruirmi il mio lavoro, da sola. Ma se per questo obiettivo devo vendere la mia dignità e la mia libertà, preferisco morire di fame. Meglio morire di fame che morire di vergogna. Qualcuno dica che cazzo vuole fare per rilanciare questo Paese. Il resto è propaganda. Un Paese di merda può diventare qualcosa di serio? Grazie per la pazienza, amico. Tu continua così, non farti fottere. 

BBS