Sulla vicenda Di Bello il silenzio assordante del Prefetto

12 gennaio 2013 | 13:27
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Sulla vicenda Di Bello il silenzio assordante del Prefetto

Abbiamo domandato al Prefetto di Potenza di prendere in considerazione le migliaia di firme giunte a margine di un nostro articolo sulla revoca della qualifica di agente di pubblica sicurezza al tenente Di BelloPer non tediarvi non vi riassumerò la vicenda. Potete leggerla negli articoli correlati in basso. Ho aspettato prima di scrivere queste quattro righe. Ho aspettato, ci sono state le feste di Natale di mezzo. Il prefetto, ho pensato, sarà fuori. Ho atteso il rientro. Ma niente. Non che lo pretendessi, ma in qualità di rappresentante delle istituzioni il Prefetto uno sforzo poteva pur farlo. Visto che ad attendere una risposta non c’era solo il direttore d’un giornale ma oltre tremila cittadini. Quelli che hanno condiviso l’articolo scritto per chiedere la revoca della revoca della qualifica di agente di pubblica sicurezza per Di Bello. Ho scritto al Prefetto dopo aver letto la miriade di commenti e di interventi seguiti all’articolo pubblicato su Basilicata24. Gli ho scritto in nome e per conto di quei cittadini. Gli ho inviato una raccomandata con ricevuta di ritorno per la precisione. Ne è seguito il silenzio.

Per carità sua eccellenza ha tutto il diritto di non rispondere così come noi abbiamo tutto il diritto di criticare questa sua scelta. E’ pur sempre un rappresentante delle istituzioni. Nella definizione di Prefetto troviamo scritto tra le altre cose: “Oggi, pur avendo perso il potere che ricopriva durante il Regno d’Italia, il prefetto è rimasto un punto di riferimento istituzionale, anche sotto il profilo della tutela dei diritti di cittadinanza e interviene di fronte a problemi gravi o calamità naturali, spesso a prescindere dalle competenze formali”. Però! Si sa, queste sono cose che s’insegnano a scuola. La realtà, evidentemente, è un’altra.  

Qualcuno va dicendo dalle parti della Prefettura che siamo in cerca di spazi politici; qualcun altro sbraita perché diamo fastidio. La politica la lasciamo a chi la fa di professione. Il fastidio si, quello immaginiamo di darlo. E magari parecchio a chi vorrebbe che prevalesse il silenzio su alcune vicende. Magari il diktat di qualcuno impone al Prefetto di non rispondere a Basilicata24, ma così facendo sua eccellenza non risponde a oltre tremila cittadini che hanno speso parole di stima e fiducia per il tenente Di Bello. Quella fiducia che invece per il Prefetto non esisteva più e che quindi portava automaticamente alla revoca della qualifica di agente di pubblica sicurezza. Il Prefetto se ne frega altamente anche dei cittadini. Prendiamo atto del silenzio istituzionale. In perfetto stile lucano. Naturalmente non ci fermeremo.