Fenice, i dati confermano inquinamento

21 gennaio 2013 | 17:24
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Fenice, i dati confermano inquinamento

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) rende noto che sono stati resi pubblici sul sito dell’Arpa di Basilicata i dati della matrice acqua relativi ai campionamenti dei pozzi piezometrici dell’inceneritore Fenice Edf a San Nicola di Melfi. Oltre a registrare il solito ritardo nella pubblicazione di questi dati, 
quello che è diventato assolutamente inaccettabile è il permanere di una conclamata situazione di inquinamento ambientale.

I valori che risultano fuori norma sono ormai tristemente famosi e corrispondono a quelli del Nichel, Manganese, Fluoruri, Triclorometano, 1,2 Dicloropropano, Cromo totale, Ferro. Il superamento dei limiti di legge nella maggior parte dei casi è scandaloso, basti pensare al Manganese che fa registrare valori di oltre 30 volte quelli consentiti dalla normativa vigente.

Per capire l’andamento della situazione e per comprendere appieno l’enorme raggiro a danno dei lucani messo in campo con i tanto pubblicizzati interventi di messa in sicurezza promessi, è necessario raffrontare i diversi dati degli ultimi mesi.

È particolarmente allarmante l’andamento dei dati relativi al Manganese che da quando è rientrato tra le sostanze campionate ha fatto sempre registrare superamenti elevati in diversi pozzi. A fronte di un limite di legge di 50 mcg/l (microgrammi per litro) il Manganese, nella rilevazione di Luglio 2012, registrava il massimo superamento dei limiti di legge nel pozzo n. 2 con 1757 mcg/l (microgrammi per litro), valore che scendeva a 494 mcg/l (microgrammi per litro) nella rilevazione di Settembre 2012 per poi riportarsi a 1320 mcg/l (microgrammi per litro) a Novembre 2012. Sempre relativamente al Manganese i superamenti nelle ultime analisi relative al pozzo n. 6 sono stati di 1577 mcg/l (microgrammi per litro) a Luglio 2012, 6 mcg/l (microgrammi per litro) a Settembre 2012 e 1646 
mcg/l (microgrammi per litro) a Novembre 2012.

Tra i metalli il Nichel ha registrato negli ultimi mesi analogo andamento nei pozzi n. 7 e n. 8 quelli in cui sono più alti i superamenti di legge, senza tralasciare che in tutti i pozzi monitorati il Nichel supera i limiti imposti. Per il Nichel il limite è di 20 mcg/l (microgrammi per litro), ma il pozzo n. 7 ha fatto registrare 190 mcg/l (microgrammi per litro) a Luglio 2012, 610 mcg/l (microgrammi per litro) a Settembre 2012 e 981 mcg/l (microgrammi per litro) a Novembre 2012, mentre i dati del pozzo n. 8 sono: 1144 mcg/l (microgrammi per litro) a Luglio, 601 mcg/l (microgrammi per litro) a Settembre e 468 mcg/l (microgrammi per litro) a Novembre. Il nichel e determinati composti del nichel sono stati elencati dal programma nazionale di tossicologia (NTP) come composti potenzialmente 
cancerogeni. L’agenzia internazionale per ricerca sul cancro (IARC) ha collocato i composti del nichel all’interno del gruppo 1 (esiste evidenza sufficiente di carcinogenicità per gli esseri umani) e il nichel all’interno del gruppo 2B (agenti che possono essere cancerogeni per gli esseri umani).

Passando ad analizzare l’andamento dei Floruri quello che appare subito evidente, raffrontando le diverse analisi, è il superamento con valori pressocchè costanti nel pozzo n.1 che fa registrare 1994 mcg/l (microgrammi per litro) a Luglio 2012, 1973 mcg/l (microgrammi per litro) a Settembre 2012 e, infine, 1994 mcg/l (microgrammi per litro) a Novembre 2012.

Per quanto riguarda il Triclorometano i limiti di legge, che ricordiamo è di 0,15 mcg/l (microgrammi per litro), sono superati in maniera costante nel pozzo n.1 con dati: 0,34 mcg/l (microgrammi per litro) a Luglio, 0,50 mcg/l (microgrammi per litro) a Settembre e 0,29 mcg/l (microgrammi per litro) a Novembre 2012.

L’1,2 Dicloropropano supera il valore consentito di 0,15 mcg/l (microgrammi per litro) a Luglio principalmente nei pozzi n.8 e n.9 (rispettivamente 0,28 e 0,21 mcg/l (microgrammi per litro), a Settembre sempre nei pozzi n.8 e n.9 con 0,21 e 0,23 mcg/l (microgrammi per litro) e, infine, a Novembre sempre nei pozzi n.8 e n.9 con 0,22 e 0,26 mcg/l (microgrammi per litro). Anche in questo caso livelli pressocchè costanti di questa sostanza nelle acque di falda.

Nell’ultima rilevazione di Novembre tornano a salire anche i livelli del Ferro che fa registrare 1372 e 467 mcg/l (microgrammi per litro) rispettivamente nei pozzi n. 6 e n. 7 a fronte di un limite legale di 200 mcg/l (microgrammi per litro). Nel periodo precedente si era registrata una flessione di questi valori che a Novembre tornano ai livelli di Luglio 2012 dove si registravano 735 mcg/l (microgrammi per litro) nel pozzo n.4, 704 mcg/l (microgrammi per litro) nel pozzo n.6 e 1449 mcg/l (microgrammi per litro) nel pozzo n. 8.

La Ola (Organizzazione Lucana Ambientalista), dal raffronto di questi dati, torna a denunciare l’assoluta inutilità degli interventi che avrebbero dovuto essere posti in essere per far fronte all’inquinamento delle falde acquifere. Alcuni parametri sono costantemente oltre la soglia di legge da mesi e nulla è cambiato.

Un dato che invece non abbiamo a nostra disposizione è sicuramente quello relativo all’accumulo o bio-accumulo di queste sostanze nei terreni intorno all’inceneritore, negli animali e nell’uomo. Molte di queste sostanze hanno correlazioni dirette e scientificamente dimostrate con diverse forme tumorali, ma nessuno degli enti preposti se ne preoccupa, a partire dall’ASP territorialmente competente e dai politici regionali. E, in mancanza di informazione corretta, non se ne possono preoccupare i più esposti ai danni di questo inquinamento: i medici, gli agricoltori, i cittadini e le migliaia di operai che ogni giorno lavorano nell’area di San Nicola di Melfi. Quel che è ancora peggio e che il nuovo piano regionale dei rifiuti, tanto decantato, avrà come obiettivo l’ampliamento delle discariche esistenti e l’implementazione dell’uso degli inceneritore come parte integrante di questo scellerato sistema di gestione dei rifiuti.

La Ola, pertanto, nel chiedere un intervento deciso da parte del Comune di Melfi (ricordiamo che il Sindaco è autorità preposta alla tutela della salute pubblica), richiede la chiusura immediata di Fenice, denunciando che nulla è cambiato nella sostanza degli effetti dannosi all’uomo e all’ambiente rispetto alla precedente gestione Sigillito/Restaino dell’inceneritore Fenice.