Errori sanitari, 400 morti in 4 anni

22 gennaio 2013 | 17:05
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Errori sanitari, 400 morti in 4 anni

In Italia, ogni mese si contano circa 13 casi di presunta malasanità. In quasi quattro anni di lavoro della Commissione -dal 2009 al 2012 – si sono registrati 570 casi di cui 400 hanno fatto registrare la morte del paziente, o per errore diretto del personale medico e sanitario, o per disfunzioni o carenze strutturali.

È quanto emerge dall’analisi della tabella sui casi di malasanità all’esame della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari regionali, che oggi a Roma ha presentato la relazione conclusiva sull’attività svolta.

Dei casi analizzati nel dettaglio 261 decessi sono legati a presunti errori medici e 139 a inefficienze di vario tipo. Ma il dato che balza agli occhi è un altro: circa la metà del numero totale dei decessi (400) si è registrata in due sole regioni, Calabria (87) e Sicilia (84). Su 570 casi monitorati, ben 117 si sono verificati in Sicilia, 107 in Calabria, 63 nel Lazio, 37 in Campania, 36 in Emilia Romagna e Puglia, 34 in Toscana e Lombardia, 29 in Veneto, 24 in Piemonte, 22 in Liguria, 8 in Abruzzo, 7 in Umbria, 4 nelle Marche e Basilicata, 3 in Friuli, 2 in Molise e Sardegna, 1 in Trentino.

Al Sud poi un altro primato. Quello di camici bianchi per posto letto. Sono infatti 11 medici per ogni dieci posti letto. Come dire un medico per ogni malato. Però come la stessa Commissione rileva i casi di presunta mala sanità sono maggiori proprio al Sud. Un paradosso se si condidera che proprio in Sicilia il numero di medici per posto letto è il doppio rispetto al Friuli Venezia Giulia o alle Marche.  

«È chiaro che se per far funzionare lo stesso numero di posti letto ci sono realtà regionali che utilizzano risorse umane doppie – ha commentato il presidente della Commissione Antonio Palagiano – ciò non potrà che far lievitare in maniera esorbitante la spesa sanitaria senza aggiungere niente ad appropriatezza ed efficacia delle cure». Inoltre, «emerge evidente anche da questo dato – rileva – lo scarto regionale tra nord e sud, che parla di un Paese diviso da una sanità ancora disomogenea». Riferendosi ai presunti casi di malasanità, Palagiano ha rilevato come «al Sud si ravvisano responsabilità organizzative e politiche che andrebbero perseguite» poichè «le colpe non sono tutte dei medici». La Commissione, ha aggiunto, «ha dunque fotografato la situazione della sanità in Italia e l’abbiamo presentata al Parlamento. Ci auguriamo – ha concluso – che il prossimo governo abbia maggiore sensibilità riguardo la qualità della sanità; i tagli recenti sono stati fatti solo per far quadrare i conti, senza però mai mandare a casa chi finora non è stato in grado di governare la sanità del Paese».