Comunità lucana, pronta la lista per il Senato

10 gennaio 2013 | 18:20
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Comunità lucana, pronta la lista per il Senato

Comunità Lucana è lieta di annunciare che concorrerà al Senato della Repubblica nel collegio di Basilicata con una propria lista autonoma composta dai seguenti nominativi: Michele Somma, detto Miko, Antonio Bevilacqua, Fiorenzo Magni

Convinti come siamo che l’esiguità dei numeri lucani (meno dell’1% della popolazione nazionale) di fatto richieda una declinazione “lucana” e non dipendente dalle filiere dei partiti o dei movimenti nazionali della rappresentanza nelle massime assisi legislative del paese, per dar modo a quelle specifiche peculiarità della nostra regione di potersi affermare come necessità del territorio a cui dover dare risposte, la presentazione della nostra lista si configura come qualcosa di nuovo nel panorama politico di questa regione e non solo, ferma restando la nostra volontà di non cedere ad alcun velleitario identitarismo che potrebbe far pensare a leghismi di qualsiasi sorta.

La nostra regione e la nostra gente è parte del paese, di cui ci sentiamo responsabili ed in nome del quale ci assumiamo responsabilità ed oneri in quanto cittadini di quel più ampio consesso nazionale di cui riconosciamo la storia, seppur nell’esigenza che questa vada rivisitata per ciò che attiene questa regione e l’intero meridione, l’afflato unitario e il destino comune senza soluzione di continuità, ma nel quale rivendichiamo maggior peso specifico e maggior interesse da parte dello Stato, oggi più che mai, in Basilicata più che mai, e lo rivendichiamo in forma di quella maggiore autonomia di programmazione territoriale ed economica che deve andare nel senso di una potestà riconosciuta ed intangibile in accordo a quei principi ispiratori della nostra Costituzione che vollero proprio il Senato della Repubblica come una Camera delle Regioni, prima che fosse trasformato in una esatta duplicazione della Camera dei Deputati.

Così, se eletti, il nostro impegno andrà proprio in quella direzione, rivendicare cioè uno spazio di autonomia fattuale dei territori che possa configurarsi come terminale delle istanze regionali, come spazio dove il peso delle stesse istanze sia slegato dalla pura rappresentatività percentuale e torni ad essere spazio di dibattito e confronto, di reciproco sostegno e solidarietà in una cornice che è a quell’Europa dei popoli dei Trattati di Roma che fa riferimento e non certo ad una idea di Europa che oggi appare concentrata più nella pur doverosa gestione finanziaria dei debiti sovrani e della politica monetaria che nell’interesse ad una coesione tra nazioni che rimane il grande esperimento di costruzione della pace in un continente fino a pochi decenni fa perennemente in guerra.

Riduttivo sarebbe però pensare che non vi siano scelte di politica nazionale che ribadiscano spazi di autonomia nei quali è la politica e la sua sensibilità ai temi che deve ritornare protagonista, dopo questi anni bui in cui la stessa si è ed stata ridotta al ruolo di “corpo estraneo” alla società, nella costruzione di un paese possibile, un paese che declini la sua storia e la sua bellezza struggente come industria della conservazione della memoria collettiva e del diritto al bello conservato per noi e le generazioni seguenti, che declini la sua agricoltura e la sua agri-industria come tesoro naturale di bio-diversità e di culture locali, che declini la sua operosità nel tessuto di piccole-medie imprese che fanno non solo economia, ma progetto socio-culturale, che declini l’umano come elemento che rimane il fine della tecnica, di ogni tecnica, ed è su queste scelte di sistema che intesseremo gli elementi ideali e progettuali su scala nazionale con il nostro progetto regionale.

Progetto regionale di cui ci sentirete parlare più che di ogni altro argomento in questa campagna elettorale che condurremo nel nostro stile francescano e nella sobrietà del confronto e del dialogo con gli altri, forti come siamo di una idea di bene comune che non può rimanere slogan, ma deve permeare tutto l’agone politico, una idea che ci è caro affermare sarà la ragion d’essere di quella politica risanata a cui miriamo e che deve imparare a parlar di Lucania anche quando parla d’Italia.

Miko Somma, segretario regionale di Comunità Lucana e capolista al Senato