Artinomie: gli artisti esclusi protestano e l’ organizzazione corre ai ripari

23 gennaio 2013 | 13:40
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Artinomie: gli artisti esclusi protestano e l’ organizzazione corre ai ripari

In risposta all’ intervista del 22 gennaio 2013 ad Anna Rivelli, pubblicata sul Quotidiano della Basilicata-
Artinomie: “un censimento a tempo indeterminato, un’istituzione museale, un punto di partenza, un modo per valorizzare e riconoscere gli artisti che operano nella contemporaneitá con tanti sacrifici, un modello da esportare, una proposta che parte dai tanti artisti con importanti percorsi alle spalle, un continuo lavoro di ricerca”. Cosí la curatrice dell’ esposizione Anna Rivelli definisce oggi questa iniziativa, curioso é che l’elenco di questi nobili intenti giunga soltanto adesso, attraverso le pagine di un giornale ed a seguito di un mal contento diffuso originato da un nutrito gruppo di artisti esclusi da questa iniziativa presentata come “censimento”. Curioso appare  inoltre che non sia mai stato reso pubblico sino al 22 gennaio un prospetto delle attivitá e degli approfondimenti legati a questo progetto tanto denso di significato, come mai? Tutto fa supporre che un progetto in questo senso non sia mai esistito, si sta forse tentando di correre ai ripari per non alimentare ulteriori critiche?
L’ esposizione  al momento ha censito più esclusi che artisti presenti, preferendo la stessa scorciatoia che solo un anno fa fu utilizzata In occasione dell’ internazionale d’arte della Biennale di Venezia per il 150° dell’ Unità d’Italia, a cura di Vittorio Sgarbi presso la stessa location della Galleria Civica di Potenza.
Le strategie comunicative poste in essere in vista dell’ evento, al fine di “censire” in modo corretto gli artisti locali sono in risultante qualitativamente carenti se non del tutto assenti, perché?  Lo sviluppo di Artinomie si é sino ad ora basato su criteri personalistici che non rispettano le premesse iniziali: “Un lavoro con cui non si è voluto selezionare, bensì censire le numerose e varie personalità artistiche appartenenti alla città di Potenza ed alla sua area metropolitana offrendole allo studio, al giudizio, alla critica di chiunque voglia occuparsene, ma sottraendole all’oblio ed alla dimenticanza di cui spesso sono fatte oggetto” -si consideri attentamente la formulazione di questo concetto, che non guarda al futuro ma risulta essere descrittivo di un lavoro giá svolto e concluso, a sostegno della teoria secondo cui ad appannaggio di insistenti richieste, gli organizzatori hanno totalmente ridimensionato la proposta iniziale, che palesemente non apriva nessuno spiraglio verso un’ integrazione di artisti ed opere nell’ immediato futuro o in tempi da definire-
Il risalto mediatico di Artinomie, che rimane un’ iniziativa locale anche se con pretese ben più ambiziose si avvia verso una fase calante -considerando, ed é giusto rammentarlo al fine di non perdere il contatto con la realtá, che il tutto ruota intorno alla Galleria Civica di Potenza, non ad uno dei musei Guggenheim- ed un inserimento di artisti “in coda” sarebbe letto come una sorta di sovrappiú di consolazione, non certamente come un evento senza precedenti atto a creare curiositá ed un interesse tali da riportare in massa il pubblico a visitare la galleria per una seconda volta e per lo stesso evento: questi miracoli a Potenza non accadono.
In sostanza la parola “censimento” appare quanto mai inappropriata, se non addirittura infingardamente descrittiva di un ventaglio di proposte che si sono sviluppate solo in una seconda fase come promotrici di continuitá artistica mossa da “un continuo lavoro di ricerca”, di cui nessuno degli esclusi e del pubblico era difatti al corrente.
“Non si può valorizzare quello che non si sa di avere”: dunque il progetto Artinomie si basa sulla valorizzazione di opere e di personalitá artistiche giá prese in considerazione e non da censire, a dispetto dell’ insistente messaggio a corredo di una serie di improvvise innovazioni originate dalle attuali circostanze. Un censimento é per antonomasia relazionato proprio a ció che non si sa di avere, cercando di spingere attraverso una capillare divulgazione di un messaggio la partecipazione della collettivitá. Esiste o é stato diffuso nel recente un messaggio promosso dal comitato scientifico di Artinomie in tal senso? La risposta é no.
Artinomie ha usufruito di sostegni economici nell’ ambito dei fondi FERS 2007-2013 e contributi APT Basilicata, che avrebbero permesso una sponsorizzazione oltre che durante l’ evento in corso anche in occorrenza della fase di lancio, permettendo ai tanti talenti inspiegabilmente ed ingiustificatamente esclusi di attivarsi in tempi utili al fine di un eventuale partecipazione alla proposta. La fumosa strategia tecnico organizzativa, volta lodevolmente a lasciare spazio anche ai giovanissimi, escludendo eccezionalmente personalitá rappresentative del territorio che operano in campo artistico anche da oltre un trentennio, potrebbe essere guidata da indirizzi politici? O é semplicemente la risultante di una precedente scriteriata e dubbia gestione degli eventi espositivi che hanno ottenuto più critiche che consensi? La costituzione del comitato scientifico a responsabilitá dell’ evento non é stata garante di un convincente risultato, punto dolente in aggiunta: non esiste una figura professionale a responsabilitá della comunicazione, delegata a mettere in atto una strategia comunicativa in linea con gli standard di eventi che si collocano tra quelli di una certa rilevanza. Gli esclusi -da inserire in tempi e modalitá ignoti- si sentono doppiamente presi in giro da un’organizzazione che vanta una carenza di competenze specifiche, nonché da un vago e pretenzioso tentativo di emulare personaggi che nel bene o nel male garantiscono la certezza di un interesse mediatico a fronte peró di una degna di nota esperienza nel settore.
Confidiamo nella capacitá di valutazione di chi ha avuto modo di essere spettatore attento e critico di Artinomie traendone le debite conclusioni.

Patrice Makabu, Domenico Leccese, ASD Borgo Antico Portasalza Potenza