Solo crisi dei trasporti?

18 dicembre 2012 | 10:32
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Solo crisi dei trasporti?

Le recenti, ennesime, disavventure dei viaggiatori che utilizzano il trasporto ferroviario in Basilicata riporta l’attenzione sulla crisi infrastrutturale che continua a penalizzare la nostra Regione. La politica non si può sottrarre dalle proprie responsabilità, quelle di ieri e soprattutto quelle di oggi. L’isolamento della Basilicata è stato uno degli elementi che ha condizionato una sua crescita economica e sociale, adeguate alle risorse usate. Il sistema dei trasporti pubblici non può essere condizionato esclusivamente da logiche di produttività. I trasporti, come la scuola, la sanità, non sono solo servizi, ma sono diritti fondamentali che le Istituzioni, ai vari livelli, debbono garantire a tutti i cittadini, a partire dalle zone più disagiate. I lucani invocano, da troppo tempo, pari opportunità, non solo infrastrutturali ma come opportunità per creare  risposte alle aspettative dei giovani.

Questa Regione non offre ai giovani possibilità di lavoro, ma nemmeno la speranza per un futuro diverso. Solo un cambiamento di rotta potrà ridare credibilità alle Istituzioni ed aprire prospettive per le nuove generazioni.  La crisi attuale, nei diversi settori, trasporti, agricoltura, industria, sanità e formazione sono  l’espressione di un fallimento evidente di scelte che sono state fatte negli anni; i passi in avanti compiuti, innegabili, sono inadeguati rispetto alle esigenze della comunità regionale. Le domande sono tante, ma prevalgono alcuni interrogativi, per la loro importanza. I risultati conseguiti sono proporzionati alle risorse impiegate? La Basilicata, ricca di risorse strategiche per l’Italia e l’Europa, quanto conta sul tavolo nazionale, per la soluzione dei suoi problemi?
Tutto il resto è conseguente a questi due interrogativi, cui la classe dirigente attuale, a cominciare da quella politica, deve dare risposte convincenti; fino ad oggi poche le analisi serie ed attendibili, quasi mai autocritiche, oneste e coraggiose.

Servono provvedimenti ed investimenti mirati, condivisi, anche con la partecipazione del mondo accademico e professionale, nelle loro diverse componenti, che siano misurabili, nei loro effetti, nel breve e medio periodo. Le dinamiche economiche e sociali impongono adeguamenti e correzioni più rapide nelle strategie finalizzate alla soluzione dei problemi. Una cosa è certa, i metodi ed i sistemi di governo dei decenni passati, erano condizionati dall’esigenza primaria di ottenere consenso; l’esercizio del potere, la distribuzione “a pioggia” di contributi e percorsi privilegiati, usati, sono stati dannosi e sono inadeguati per affrontare le esigenze di oggi. E’ necessaria un’azione politica più incisiva che affronti le questioni irrisolte, a partire dai trasporti e dai collegamenti della Regione. Va rivista e razionalizzata la spesa, riducendo gli sprechi, quelli veri, per recuperare risorse da impiegare nell’innovazione e lo sviluppo.  Molti settori richiedono investimenti, anche solo per mantenere i livelli minimi di qualità. Non prendere coscienza delle metodiche gestionali inadeguate, adoperate in questi anni, significa non voler apportare quelle correzioni ormai indispensabili, se vogliamo costruire un sistema lucano, a tutti i livelli, più razionale e meglio funzionante.

Gli “annunci ad effetto” non servono più ed i cittadini li rifiutano come tutte le “propagande strumentali”, che purtroppo sopravvivono malgrado i risultati. I trasporti sono il riflesso di un andamento non adeguato al presente ed al futuro di una Regione che vuole superare diverse marginalità. L’utenza per i nostri servizi, in particolare quella delle regioni limitrofe, sono scoraggiate dall’utilizzo delle nostre strutture (università, santità ed altro), con un danno di non poco conto. Lasciare le cose come stanno, senza un impegno serio a volerle cambiare, non è solo una inadeguatezza attuale ma un “furto di futuro” per le prossime generazioni. Il ripetersi dei disagi per i passeggeri sulle linee lucane è un pessimo segnale.

Enrico Mazzeo, consigliere regionale