Radioattività a Tito Scalo, il giallo del plutonio

10 dicembre 2012 | 18:47
Share0
Radioattività a Tito Scalo, il giallo del plutonio

Ritorniamo a parlare della nostra inchiesta di qualche settimana fa sulla radioattività nella discarica fosfogessi di Tito Scalo. Ci ritorniamo perché nel frattempo si sono verificati degli strani cortocircuiti.

Ci arriveremo. Ma procediamo per gradi. Tracce di “radio 226”, vi ricorderete, sono state rilevate dal geologo Vincenzo Briuolo. Il quale, accompagnato da Giuseppe Di Bello, dell’associazione Epha, il 10 ottobre scorso in quell’area ha riscontrato una percentuale di radioattività “due volte superiore ai valori di soglia” e riconducibile, nello specifico, proprio al “radio 226”, un elemento nocivo e potenzialmente cancerogeno.

La pericolosità del sito e l’interrogazione parlamentare dei Radicali. A corredo dei rilievi il geologo ci aveva fornito anche dei grafici inconfutabili. E visto il materiale stoccato a fine anni ’80 nel sito dei fosfogessi e cioè scarti di lavorazione della ex Liquichimica, la notizia ha subito destato preoccupazione tra amministratori e cittadini del posto. Al punto che i radicali, nelle scorse settimane, con la Zamparutti, hanno posto un’interrogazione parlamentare al ministro Clini. Un’interrogazione per fare chiarezza sulla “radioattività di Tito” e in cui si fa riferimento proprio ai rilievi fatti dal geologo Briuolo. L’area in questione, ed è questo l’altro elemento da non sottovalutare, è tra i 57 siti industriali più inquinati d’Italia e quindi sottoposto al vincolo di bonifica dal lontano 2001.

La Gazzetta e il giallo del plutonio. Nei giorni scorsi, della radioattività di Tito, se ne è occupata anche la Gazzetta di Basilicata. E qui sorge un piccolo giallo. La Gazzetta, infatti, ha parlato di “plutonio”, un altro elemento radioattivo ben più pericoloso del radio e che in genere è collegato alle attività di una centrale nucleare. “A me sembra assurdo che si possa parlare di plutonio – replica il geologo Briuolo, che ha fatto i rilievi sul sito”. E inoltre aggiunge: “Credo che sia stato confuso il plutonio con il polonio”. Quest’ultimo, effettivamente, fa notare l’esperto, “insieme al piombo, viene prodotto nel decadimento del radio 226”. Non è possibile invece che si cerchi “il plutonio” sia perché “proprio non si capisce come sia potuto arrivare fin lì” sia perché, assicura il geologo, “qualora fosse stato presente, con i miei strumenti l’avrei rilevato”.

Un semplice errore o c’è dell’altro? Seguendo il ragionamento dell’esperto di radioattività, quindi, si sarebbe fatta “confusione” tra “plutonio e polonio”. E questa sarebbe l’ipotesi diciamo più rassicurante. Ci sono però altri dettagli che alimentano ulteriore confusione. Si apprende che i vertici dell’Arpab (Agenzia regionale all’Ambiente), dopo un incontro pubblico a Tito a cui ha partecipato anche il sindaco Scavone, hanno assicurato che “entro fine anno” saranno fatti i rilievi e saranno forniti i dati sulla radioattività. Già, ma gli esperti dell’Arpab, che cosa cercheranno? Non andranno mica sulle tracce di un improbabile plutonio per poi farci sapere che non c’è e che quindi è tuttaposto? C’è un precedente che mette in allerta. Sulla stessa discarica di fosfogessi, nel 2005, i rilievi radiometrici fatti allora dall’ente Metapontum Agrobios per conto della Regione hanno stranamente dato “esito negativo”, negando quindi qualsiasi rischio radioattivo. L’elemento rilevato dall’esperto Briuolo, lo ribadiamo a scanso di equivoci, è il radio 226. E’ su questo isotopo e sulla sua ‘famiglia’ che dovrebbero concentrarsi i rilievi dell’Arpab. E’ sul radio 226 che devono arrivare le attese risposte.

Plutonio e strani depistaggi. Il plutonio, invece, lupus in fabula, sembra un po’ uno spauracchio agitato per confondere le acque. Quelle di Tito, di acque, sono già molto torbide. Al punto che il sindaco, nel 2009, ha inibito l’uso dei pozzi per irrigare i campi. Non le intorbidiamo ancora di più. Radio, non plutonio. Chi deve faccia chiarezza. Se poi, invece, ci sono dati e risultati che non conosciamo, allora qualcuno si assuma la responsabilità di renderli pubblici. Non si scherza col plutonio. E neanche con la radioattività.