Pdl, basta al partito di ladri e vallette

7 dicembre 2012 | 12:28
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Pdl, basta al partito di ladri e vallette

Il Popolo della Libertà non può restare fermo al palo. Prima di tutto pensare all’Italia, partendo da una vera partecipazione democratica interna, da una nuova legge elettorale che reintroduca le preferenze e da una nuova idea di futuro. Oggi sarebbe stato il tempo giusto per metter su i programmi e la squadra da proporre al Paese, semmai dopo aver già modificato la legge elettorale, con l’introduzione delle preferenze, e celebrato le primarie per la scelta del candidato Premier. Ci troviamo in apnea, e con noi milioni di persone, ad aspettare le decisioni del Presidente Berlusconi e ad “apprezzare” l’harakiri del Segretario Alfano. Avevamo promesso la rivoluzione, per alcuni liberale e per altri no, questo è vero, ma quella rivoluzione profonda che, partendo innanzitutto dai comportamenti dei politici, avrebbe rivoltato l’Italia come un calzino, innovandola e migliorandola. Di contro, siamo i primattori di una sceneggiata sul peggior politichese della prima Repubblica. Invece di parlare agli italiani, di disegnare il loro futuro e di proporre le soluzioni alle mille difficoltà, di immedesimarci nei quotidiani drammi dei nostri connazionali e di dare loro una speranza concreta, di provare a creare vere opportunità di lavoro e di rinnovare la sfida per rilanciarci nel panorama europeo e mondiale, proponendoci come “porta” verso il mediterraneo e suo principale ed autorevole interlocutore, siamo risucchiati nel vortice di giochetti umorali e di palazzo incomprensibili ed inaccettabili per la “piazza”. Ci avevano insegnato ad essere servitori del Popolo, a credere ed a rispettare la sacralità del suo consenso e del legame con esso, ad aspirare alla libertà sempre e comunque, e chi la fa da padrona? Ladri e vallette. E, da lucano, dico che oggi avremmo dovuto prospettare alla nostra terra i risultati portati a casa dopo anni di governo della Nazione e proporre alle nostre genti la piattaforma alternativa alla gestione del centrosinistra, non fatta di slogans e chiacchiere, ma di contenuti sintetici ed autentici che appassionano e toccano da vicino il popolo di Basilicata, purtroppo, è notorio che ci si limita a lanciare flebili messaggi ed a scimmiottare l’avversario. La risposta? Invece di porre rimedio a questi fallimenti, di rimboccarsi le maniche da classe dirigente vera, di spiegarsi con le persone per far capire che è possibile rilanciare un disegno politico serio, di chiedere scusa laddove va fatto, di rivestirsi di umiltà e partire dalle origini, ci accontentiamo di tirar fuori dal cilindro l’elemento salvifico: Silvio Berlusconi. No, basta!
E non solo per Silvio Berlusconi, ma per il metodo scellerato ed antidemocratico con cui si tratta un partito ed i suoi militanti e dirigenti, perlomeno quelli non asserviti e non “riconoscenti” che, di rimando, si riversa negativamente sulla comunità nazionale tutta, spostando l’attenzione e la priorità dai problemi veri.
L’Italia e, per venire a noi, la Basilicata hanno altre priorità, non si può e non si deve continuare a giocare, bisogna tornare ad elaborare il progetto politico di cui c’è urgente necessità: per questo non capisco la gioia espressa da Viceconte & C. alla notizia della ridiscesa in campo del Presidente Berlusconi, come se tutto ciò bastasse ad espiare peccati ed a riprendere la retta via. Non penso sia stato questo il risultato al quale aspiravano gli elettori lucani quando hanno dato fiducia al Popolo della Libertà. I rappresentanti territoriali devono essere interpreti degli umori e delle esigenze della loro gente, non il megafono del vertice.
È necessario, allora, che nel centrodestra si elabori un’altra proposta politica per l’Italia che sia in grado di fare la vera “rivoluzione”, quella di stare al fianco delle famiglie e delle imprese, dei lavoratori e dei pensionati, dei giovani e degli anziani, in grado di garantire equità sociale, di prelevare laddove c’è più ricchezza senza incrinare il sistema produttivo e, quindi, lo sviluppo, che sappia eliminare gli sprechi e redistribuire le risorse, capace di non mandare in pensione alla stessa età un carpentiere ed un impiegato pubblico, e tanto altro ancora. Ed in Basilicata gridare forte che si deve ricominciare, al fallimento del centrosinistra che a fronte della benevolenza di madre natura ha generato solamente povertà, sistema clientelare e mancanza di prospettiva, non può accompagnarsi una contrapposta classe politica, sebbene non tutta, opaca, incerta, priva di proposte forti e destinata a giocare solo e sempre di rimessa. Occorre aggregare sul coraggio di credere nuovamente nel futuro, ripartendo dalla parte viva del Popolo della Libertà, altre strade non ne conosco: avanti chi se la sente! 

Pasquale Pepe, vice coordinatore provinciale Pdl Potenza