L’Ugl dice no alle trivelle

15 dicembre 2012 | 17:40
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L’Ugl dice no alle trivelle

“Via la Shell dal nostro mare ! ”, questo il grido dell’UGL Basilicata alla notizia che, tra le compagnie petrolifere, anche l’anglo-olandese Shell sarebbe interessata all’ “oro nero” di cui sarebbero ricchi i fondali del Metapontino. Il secco NO arriva anche dal segretario regionale generale e dal componente confederale dell’UGL Basilicata, Giovanni Tancredi e Pino Giordano per i quali, “siamo l’unione generale del lavoro e affermiamo con forza che lo sviluppo economico del Metapontino deve coniugarsi con la difesa e la tutela dell’ambiente. Il petrolio dello Ionio non è nero, è azzurro come il nostro mare, verde come i nostri prati, e si chiama turismo. Diciamo, perciò, un no netto e deciso alla scellerato disegno di portare le sporche trivelle delle multinazionali del petrolio nel nostro mare. Scendiamo in campo il 17 a Policoro (MT), manifesteremo al fianco dei sindaci e di tutti per quanto riguarda le trivelle nel mare Jonio dove per noi UGL – proseguono i segretari – è già battaglia con l’identico obiettivo comune: bloccare l’avanzata delle trivelle e dei cercatori dell’oro nero e, per difendere il mare di casa nostra da un nuovo e invasivo attacco. La multinazionale Shell Italia E&P spa dimentichi da che per le sue trivellazioni del petrolio ha intenzione di usare una piattaforma semisommergibile di grande impatto almeno sotto il profilo visivo. Ciò è un vero e proprio scellerato atto criminale del governo centrale. Policoro e tutto il Metapontino – aggiungono Tancredi e Giordano – rappresentano per la nostra comunità valori identitari prim’ancora che straordinaria risorsa ambientale ed un importante strumento per la valorizzazione della nostra economia. Il mare rappresenta per noi un serbatoio di vita ed insieme una importantissima risorsa in grado di produrre benessere per la nostra comunità. Non è pensabile che . concludono i segretari UGL, Tancredi e Giordano – si possa ulteriormente gravare la nostra terra di un peso che non può e non deve sostenere avendo già pagato un tributo decisivo allo sviluppo dell’intera economia nazionale”.