“Le false verità del professore delle scorie”

1 dicembre 2012 | 12:42
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“Le false verità del professore delle scorie”
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“Le false verità del professore delle scorie”
“Le false verità del professore delle scorie”

La Ola, Organizzazione Lucana Ambientalista, No Scorie Trisaia e Associazione ambiente e legalità bocciano le dichiarazioni di Paolo Scandone dell’Università di Pisa, fatte in ieri in una sala blindata e semi vuota del teatro Stabile di Potenza, dove in questi giorni si celebra il congresso dell’ordine dei geologi lucani.

Mentre all’esterno le associazioni, alle quale era stata negata la piazza dal sindaco di Potenza distribuiscono pacificamente volantini sorvegliati dai celerini, Paolo Scandone ieri ha detto “senza i risultati dell’esplorazione petrolifera non avremmo capito granché della struttura profonda dell’Appennino contribuendo in maniera sostanziale ad affrontare le problematiche legate al rischio sismico”.

Il prof. Scandone, il professore del sito geologico della Sogin di Scanzano Jonico del 2003 – sa invece molto bene che le informazioni sulle strutture geologiche profonde sono di esclusivo appannaggio delle compagnie petrolifere con cui lavora e non certo di tutti, ed i piani ingegneristici dei pozzi di petrolio non vengono resi noti, perché considerati segreti industriali, così come i liquidi tossici ed i sistemi di perforazione.

Più che parlare di conoscenza, il professore Scandone avrebbe dovuto spiegare come le attività di perforazione petrolifere e le reinezioni di fluidi in unità profonde con terremoti indotti, visto che a Grumento Nova, nel corso di un convegno scientifico tenuto questa estate nel quale sono intervenuti i professori Ortolani, Colella e Ferranti, è emerso chiaramente la relazione esistente tra causa ed effetto.

A Grumento Nova, infatti, è stata evidenziata la pericolosità del previsto pozzo Eni di reinezione Monte Alpi 9 or di cui si sarebbe svolta proprio ieri la conferenza di servizio. Questo pozzo si trova sulla faglia sismogenetica attiva della Val d’Agri ed è a poca distanza dalla diga del Pertusillo, inquinata come molte sorgenti in 
quota. Nella diga del Pertusillo recenti analisi di Acquedotto Pugliese confermerebbero la presenza di metalli pesanti ed idrocarburi direttamente nel potabilizzatore di Missanello che eroga acqua alle famiglie lucane e pugliesi.

Secondo il prof Scandone il petrolio fa fare passi da gigante alla conoscenza scientifica. Per noi la ricerca petrolifera costituisce solo un comodo alibi per le compagnie minerarie che possono continuare così a sfruttare il territorio lucano, inquinandolo, mettendo a rischio l’incolumità pubblica e soprattutto facendo affari. Il sit in contro al convegno dell’ordine dei geologi continua anche oggi e proseguirà domani a Marsico Nuovo davanti alla sede del Parco 
dell’Appennino Lucano.