La Democrazia Cristiana non è morta

7 dicembre 2012 | 17:53
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La Democrazia Cristiana non è morta

Mentre ex democristiani lucani oggi e da anni nel Pd, nei Popolari Uniti, nel Pdl e centrodestra, nell’Udc o rimasti “senza casa” torneranno a rincontrarsi perchè convinti che nell’esperienza politica della Dc “ci sia tanto da prendere e da replicare”, noi con il 19esimo congresso nazionale che abbiamo tenuto il 10 novembre a Roma, in continuità con la storia politica della Dc mai interrotta, stiamo facendo sul serio. Il tutto sulla scorta di una sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha chiuso – per noi definitivamente – la lunga diatriba sul tormentato epilogo del partito dello scudocrociato. Gli incontri improntasti sulla nostalgia e i ricordi dei bei tempi passati sono solo folclore o al massimo segno di amicizia.

“La Democrazia Cristiana non è morta. Anzi, ha ripreso quel cammino interrotto illegittimamente nel ‘93 quando il partito fu sciolto in sede di Consiglio Nazionale e non con un Congresso. Dopo la prima Repubblica sono venuti meno i valori fondamentali di una buona politica immolati in nome della tattica e del populismo. Pareva che il bipolarismo potesse portare a una sorta di stabilità parlamentare legata al fair play: chi vince governa, chi perde fa una corretta opposizione. Invece abbiamo assistito a una continua delegittimazione dell’avversario, a un difficoltoso rapporto fra le istituzioni, i partiti, la magistratura e il Governo. È una decadenza non solo politica, ma morale e di contenuti’.
In tale contesto, il ritorno della Democrazia Cristiana arriva con un ‘tempismo perfetto’, come emerso nel corso del XIX Congresso. È giunto di nuovo il tempo di indovinare la via solo una politica aderente alla vita, inserita concretamente nella società, può riscoprire la sua cifra morale. Questo è stato il talento più importante della Democrazia Cristiana: l’essere a contatto con i cittadini, offrire prospettive al popolo italiano, senza ricorrere all’artifizio populista di sollevare interrogativi e questioni fini a sé stesse. Noi vogliamo riproporre gli antichi valori e proporci ai giovani come dei traghettatori. Un vero cambiamento nasce anche dalla ricerca di nuove generazioni che possano e vogliano affacciarsi alla politica, senza dimenticare il ruolo delle donne capaci, per merito genetico, di essere custodi di valori come accoglienza, solidarietà, mediazione e moderazione, strumenti indispensabili alla politica’.
Riguardo l’ipotesi di costituzione di un eventuale ‘Grande Centro’, la posizione è netta: ‘Per adesso corriamo da soli. Siamo attenti a ciò che ci accade intorno e disponibili al confronto con le altre forze d’ispirazione cattolica. Per la prossima campagna elettorale, inoltre, il nostro primo obiettivo è di manifestare il nostro profilo di enuti e di ideali. Crediamo che sia giusto ripensare alla presenza della Dc con l’ambizione di proiettarci alla guida del Paese’. Il confronto con le altre forze d’ispirazione cristiana è comunque al centro dell’agenda della Democrazia Cristiana.  ‘Vogliamo che sia la politica a prevalere Ci sono movimenti e partiti che utilizzano illegittimamente il nostro simbolo. Con loro vogliamo arrivare a un dialogo costruttivo, senza giungere all’extrema ratio delle carte bollate. Siamo però convinti dell’assoluta necessità di una ricompattazione dei cattolici in politica”.

Giuseppe Potenza, segretario Dc Libertas Basilicata