Il Pdl esiste se esiste la libertà

16 dicembre 2012 | 12:21
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Il Pdl esiste se esiste la libertà

Come sostengo da tempo, non so cosa sarà il pdl, o se vogliamo il centrodestra italiano, ma sono parecchio convinto che soltanto rimanendo uniti e soltanto attuando, come già scritto in una nota del 28 di giugno, un rinnovamento della sua classe dirigente si potrà costruire il più grande partito polare italiano alternativo alla sinistra. Sono convinto che eventuali sfrangiamenti non sono altro che un rompete le righe per salvare i soliti pochi noti.

Non può funzionare, non si può costruire nulla secondo questa logica, nè tanto meno un partito vero, se non di plastica.Il pdl è esisto e, ripeto, spero che continui ad esistere, qualunque sia l’acronimo che assumerà, perché rappresenta la casa di tutte quelle persone che si riconoscono in taluni valori (famiglia, patria, rispetto della vita e della dignità dell’uomo, libertà) che li ritengono essere fondamento della loro vita e della loro azione politica.
Spero, da rappresentante istituzionale e da dirigente, che il partito nella sua essenza possa sopravvivere a stesso e a coloro i quali sono stati i suoi padri fondatori. Ma per far si che ciò accada c’è assoluta necessità di chiarezza e di smantellare certe prassi consolidate, che definirei contrarie a ciò che è il valore fondamentale del partito e cioè la libertà.
Quella libertà che è sinonimo di democrazia; quella democrazia che però, molto spesso, è stata offuscata da rapporti privilegiati tra esponenti locali e dirigenti nazionali, compreso Berlusconi, da filiere corte che si traducono in rapporti interpersonali e da spartizioni in quote. Comportando l’avanzare spedito di signorsì e dame di compagnia che hanno determinato il nostro minimo storico in termini di consenso e quindi di credibilità e rispettabilità.
In questi giorni, abbiamo assistito alle primarie del partito democratico per scegliere il candidato premier, e tra qualche settimana assisteremo alle primarie per la scelta dei loro candidati alle prossime elezioni. Per onestà intellettuale non posso che plaudire a questo esercizio di democrazia, il quale, soprattutto in mancanza di una nuova legge elettorale che introduca le preferenze, assume una valenza ancora maggiore.
Mi rendo conto che inseguire il PD su questo terreno possa essere molto complesso, per motivi di logistica e soprattutto per mancanza di tempo.
Ma un qualche esempio di democrazia ai nostri elettori, per non subire un tracollo elettorale, bisogna pur darlo. Un segnale forte e chiaro.
Da qui a qualche settimana, se non ci saranno scissioni, che fortemente non mi auguro, dovranno essere composte le liste. Mi interrogo con quale criterio e soprattutto da chi dovranno essere realizzate. Mi auguro quantomeno che in questi giorni si riuniscano i coordinamenti provinciali e regionale, per stabilire, nel modo più democratico possibile, chi saranno i nostri rappresentanti e quindi chi sarà titolato ad indossare la maglia e scendere in campo per difendere i nostri colori.
Mi rivolgo alla sensibilità di Viceconte, Rosa, Pici e Latronico, affinché insieme decidano di convocare tutti i dirigenti col fine di scegliere chi sono i migliori giocatori per giocarci la partita col fine di vincere e non di occupare uno scranno in parlamento. Non accetto che essi vengano scelti da Roma secondo logiche soprascritte, fatte di quote, spartizioni o rapporti interpersonali. E non lo accetteranno i nostro elettori, che rivolgeranno il loro sguardo altrove, magari verso quell’orizzonte populistico del movimento 5 stelle. Ed avranno tutta la mia comprensione.
Sono sicuro che il profondo attaccamento al partito, nonché il rispetto della meritocrazia, dei nostri elettori e dei nostri tesserati, da parte di tutti i dirigenti, farà in modo che vengano scelti i candidati più adeguati e il ruolo che nella lista dovranno avere.
Un partito in cui non vi è democrazia e quindi rispetto dei suoi tesserati è un partito senza libertà. E come scrisse Don Luigi Sturzo “la libertà è come l’aria: si vive nell’aria; se l’aria è viziata, si soffre; se l’aria è insufficiente, si soffoca; se l’aria manca si muore”.
La frase più pericolosa è: abbiano sempre fatto così.
Donato Ramunno (capogruppo pdl Rionero in Vulture)