Fenice, è di nuovo emergenza

5 dicembre 2012 | 15:48
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Fenice, è di nuovo emergenza

La Basilicata si deve dotare subito di un nuovo piano rifiuti in grado di risolvere in modo virtuoso ed organico la gestione dello smaltimento dei rifiuti che in Basilicata non avrebbe mai dovuto essere un problema, dato il numero esiguo della popolazione, e che invece entra periodicamente in crisiIl WWF torna a lanciare l’allarme su rifiuti e termodistruttore Fenice. L’impianto di San Nicola di Melfi ha esaurito la quantità di rifiuti che può bruciare in un anno, ovverosia 30.000 tonnellate, con ciò costringendo chi ancora conferisce i rifiuti “tal quale” al termodistruttore, come i Comuni di Potenza, Melfi e Lavello, a cercare problematiche soluzioni alternative.

Per il WWF questa situazione è oramai intollerabile:  la Basilicata si deve dotare subito di un nuovo piano rifiuti in grado di risolvere in modo virtuoso ed organico la gestione dello smaltimento dei rifiuti che in Basilicata non avrebbe mai dovuto essere un problema, dato il numero esiguo della popolazione, e che invece entra periodicamente in crisi. E’ necessario infatti raggiungere gli obiettivi imposti dalle direttive comunitarie e dalla normativa nazionale (il 65% di raccolta differenziata entro il 2012 a fronte di meno del 20% attuale) e promuovere senza indugi una politica che preveda la riduzione dei rifiuti a monte, attraverso politiche di disincentivo alla produzione di imballaggi e merci usa e getta, e attuando un sistema di raccolta differenziata spinta che miri a raggiungere percentuali elevate di recupero dei materiali con il sistema di raccolta porta a porta e la creazione di impianti di compostaggio. Fenice non può e non deve essere la risposta al problema dello smaltimento dei rifiuti della Provincia di Potenza, anche perché l’impianto continua a inquinare, cosa che sta facendo ininterrottamente dal 2002 in particolare nelle acque sotterranee, come dimostrano i dati recenti pubblicati sul sito dell’ARPAB che indicano durante l’anno 2012 valori di  Triclorometano Tricloroetilene, Dicloroetilene, nichel, fluoruri,  ferro e manganese, tutte sostanza nocive per la salute, ancora superiori ai limiti di legge. E ricordiamo anche la concentrazione di escherichia coli pari a 29.500 (limite di legge 5.000), rilevato il 19 sett. scorso all’uscita del depuratore consortile (ASI) di San Nicola di Melfi.
Tra l’altro, dopo la recente bocciatura del piano di bonifica in conferenza di servizi, ancora non è dato sapere come e quando avverrà la bonifica dei luoghi contaminati.
Il WWF, che si è costituito parte civile nel processo in corso per i gravi fatti di inquinamento imputabili alla gestione del termodistruttore,  chiede quindi nuovamente alla Regione,  alla Provincia di Potenza ed alla stessa magistratura, di verificare se sussistano le condizioni perché Fenice continui a svolgere la propria attività senza mettere a rischio la salute dei cittadini e senza arrecare gravi danni all’ambiente ed al territorio ed eventualmente di intervenire prontamente per impedire le ulteriori conseguenze di una situazione di inquinamento che  si sta protraendo nel tempo.

WWF Basilicata