Bradano e Basento, attuati progetti pericolosi

29 dicembre 2012 | 11:36
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Bradano e Basento, attuati progetti pericolosi

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il geometra Nicola Bonelli ha inviato al presidente del Consiglio regionale di Basilicata, al presidente della Giunta regionaleCommissario delegato del Presidente del Consiglio dei Ministri, consiglieri regionali di Basilicata, al Prefetto di Matera, al Presidente Provincia di Matera; ai sindaci dei Comuni rivieraschi di Basento e Bradano.

Egregi Signori, con la presente intendo richiamare l’attenzione sulle incongruenze progettuali dei quattro interventi regionali contro il rischio idraulico, di prossima attuazione: due nel fiume Basento e due nel Bradano, per l’ammontare di sette milioni di euro. Aderendo alla richiesta del Consigliere Mario Venezia, ho esaminato nei giorni scorsi (insieme al di lui collaboratore Giorgio Santoriello) i quattro progetti in questione, e posso affermare che non sono affatto idonei ad “attuare la messa in sicurezza delle aree colpite”, come stabilisce l’Ordinanza n. 3984 del 2011.

Sono progetti improvvisati. Non c’è alcun calcolo delle portate idriche e del trasporto solido. Non sono conformi al D.P.R. 14 aprile 1993: non prevedono né l’eliminazione della fitta boscaglia che invade gli alvei; né il ripristino della sezione di deflusso, adeguata alle piene di ritorno trentennale, sulla base di misurazioni di carattere idraulico e idrologico. Nonostante quegli interventi la distruzione del territorio proseguirà come prima e più di prima. Nel fiume Bradano sono previsti due interventi per la spesa di 3.200.000 euro. Sono due tratti di argine: parziali e scoordinati; uno in sinistra, a monte della ionica, l’altro in destra, a valle della stessa. Entrambi i quali risulteranno inefficienti e persino dannosi per le stesse aree adiacenti. L’acqua, straripando molto più a monte (a partire dalla confluenza col torrente Fiumicello, com’è accaduto nel febbraio 2011) vi arriverà per altre vie e quegli argini ne impediranno il deflusso.

Nel Basso Basento (3.000.000 di euro) si continua a ripristinare gli argini realizzati nel 1989 con la “sistemazione idraulica” da 113 miliardi di lire. Sono argini dell’alveo di magra e non di massima piena, che possono contenere 250 mc/sec nel tratto Pisticci-Bernalda e 200 nel tratto Bernalda-SS106, contro i 1.000-1.500 mc/sec della piena di ritorno trentennale. E’ un perseverare diabolico sugli stessi errori del passato, che hanno già provocato un ventennio di disastri alluvionali. Nel Medio Basento è previsto un intervento da 300.000 euro che non servirà a niente. Farà la stessa fine di quello realizzato nel 2010 (200.000 euro): già distrutto dalla piena del 2011. Non hanno capito la vera causa che sta distruggendo la zona Giardini di Grassano: la ghiaia che avanza, invade e prende il posto del terreno agricolo. Vi sono delle foto, allegate al progetto, che dimostrano il fenomeno e la mutazione in atto, della zona Giardini, verso un mare di ghiaia.

Ma nessuno lo capisce o lo vuol capire. Vi sono situazioni di grave rischio che andrebbero rimosse con urgenza. Ma con interventi appropriati. Ad esempio nel Bradano, nel tratto che sottopassa la s.s. 106 Ionica, l’alveo di massima si presenta fortemente ostruito. La luce complessiva del viadotto, di 130 metri, sarebbe sufficiente per il transito di una piena da 1.500 mc/sec. Ma risulta occupata da due rampe dello svincolo stradale e da tanto materiale. L’alveo fluviale è ristretto in soli 30 metri di larghezza: in gran parte intasato da vegetazione. Sotto quel viadotto c’è un vero e proprio tappo che riduce di 4/5 la sezione di deflusso. E’ stato quel tappo la causa principale del disastro alluvionale 2011. Quanto al Basento di Bernalda e Pisticci, bisognerebbe riflettere sul madornale errore commesso nel 1989: cominciando col dare ascolto e seguito alle richieste pervenute da Comune di Bernalda (link. 1) e Provincia di Matera (link. 2): del tutto ignorate dal Consiglio Regionale di allora (link. 3). Bisognerebbe avere il coraggio di demolire quegli sciagurati argini, che stanno trasformando un’ottima zona agricola in perenne acquitrino. Ed osservare alla lettera il citato D.P.R. 14 aprile 1993. Ed adottare, anche altrove, soluzioni più appropriate di quelle proposte.

Spero in uno scatto di responsabilità da parte del Presidente Vincenzo Folino e dei Consiglieri Regionali, prima che partano gli interventi in questione. Che mi permettano di dimostrare le suddette incongruenze: con audizione in Consiglio o in Terza Commissione. Potrei spiegare in dettaglio, con progetti alla mano, ciò che ho qui sopra esposto in sintesi. Sarebbe anche utile un pubblico dibattito sull’argomento tra liberi professionisti. Rinnovo infine la proposta (fatta in Quinta Commissione nel dicembre 2011) di effettuare un sopralluogo congiunto: lungo il Basento ed il Bradano. Ne va della salvezza delle pianure fluviali e dell’intero metapontino. Sarebbe infine opportuno che il Plenipotenziario Dr Vito De Filippo – Presidente della Giunta, Assessore alle Infrastrutture e Commissario Delegato – sospendesse l’iter d’attuazione dei suddetti interventi: il tempo necessario per fare delle verifiche.    

La questione è alquanto spinosa ma volendo la si può pilotare verso un esito migliore. Si può trasformare il sopra descritto Spreco da 7 milioni di euro, in qualcosa di utile per la salvaguardia del territorio. Senza dover chiedere l’intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri: per questa e/o per altre Ordinanze.

Resto in attesa di un cortese riscontro. Porgo a Voi tutti i miei saluti e gli auguri di Buon Anno 2013.

Nicola Bonelli