Basilicata Geogastock S.p.a.

16 dicembre 2012 | 22:29
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Basilicata Geogastock S.p.a.

Vi parliamo degli accordi e delle intese deliberati dalla Giunta Regionale le cui delibere sono riportate sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata il 2 gennaio 2012, ma con il solo oggetto, data e numero.  Il testo  non c’è. Per recuperare i contenuti delle delibera un cittadino deve fare una fatica straordinaria. Sul sito ufficiale della Regione, è ancora introvabile. Noi siamo riusciti a recuperare tutte e tre le delibere di quel giorno: la numero 1965, che riguarda lo schema di accordo con Geogastock s.p.a.,  la numero 1971 che riguarda l’intesa per il conferimento della concessione  di stoccaggio a Geogastock nel campo di “Cugno Le Macine”, la numero 1992 che riguarda l’intesa per la concessione di coltivazione idrocarburi nel giacimento di Tempa Rossa “Gorgoglione” alla Total. E’ giusto che i cittadini sappiano quali potrebbero essere i contenuti delle intese e degli accordi che la Regione Basilicata sottoscrive con i petrolieri. Per la verità all’inizio dell’anno scorso si è fatto molto rumore intorno allo schema di accordo per lo stoccaggio del gas. Ma, come al solito, i cittadini hanno potuto leggere delle sintesi, spesso in contraddizione,  e hanno potuto assistere ad un dibattito politico sulla questione poco comprensibile a molta gente.  Noi abbiamo deciso di pubblicare il testo delle delibere, a parte le premesse, per dare un resoconto di quanto è accaduto e su cui i cittadini possono farsi un’opinione. Ma c’è un altro motivo che ci spinge a rilanciare l’argomento: la memoria. Accade spesso che i media e la politica trattano temi delicati nell’istante in cui un evento si verifica. Pochi giorni di stampa, pochi giorni di dibattito e poi tutto finisce nel dimenticatoio. Sbagliato, perché soprattutto quando si tratta di quattrini pubblici, di risorse ambientali, della salute dei cittadini, la guardia bisogna tenerla costantemente in allerta.

La Geogastock S.p.a

Geogastock spa, nata da una scissione societaria con la Geogas srl – il cui capitale azionario appartiene per l’80% alla Energetic Source di Paderno Franciacorta (BS), controllata a sua volta da Avelar Energy Group, holding europea della Renova, colosso energetico guidato dal russo Viktor Vekselberg a capo dell’impero dell’alluminio. La società bresciana utilizzerà per il megastoccaggio alcuni pozzi (molti dei quali inquinati) che compongono i giacimenti dismessi delle concessioni Eni spa “Grottole-Ferrandina” e “Pisticci”, in località Cugno Le Macine e Serra Pizzuta. 1,8 miliardi di metri cubi, 16 milioni di euro all’anno, 400 milioni di euro di profitto totale, occupazione stimata a regime, 19 persone. Questi i principali numeri.

Giancarlo Sartori, dirigente della Geogastock spa –nel corso di un convegno organizzato a Ferrandina il 29 gennaio 2011- non ha mai utilizzato il termine “affare”. Ragion per cui viene da chiedersi come mai si è deciso di investire proprio nello stoccaggio del gas in Basilicata. La risposta arriva dal giornalista Enzo Palazzo, in un articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno dell’1 febbraio 2011: “Nonostante tre casualità, una geologica (la presenza di pozzi di idrocarburi), l’altra geografica (è al centro delle due dorsali di metanodotto, tirrenica e adriatica, che portano gas verso il nord Italia), e l’altra ancora geo-politica (è al centro anche delle direttrici che portano in Italia gas dal Nord Africa e, in futuro, anche dalla Russia), consegnano a questa regione un destino, suo malgrado, di primo livello sul piano energetico nazionale. Si potrebbe dire da Bielorussia mediterranea, visto che in Basilicata, con molta probabilità, si girerà il rubinetto del gas che riscalderà l’Italia”.

Lo schema di accordo tra Regione Basilicata e Geogastock S.p.a

Con un decreto del 9 febbraio 2009 il Ministero dell’Ambiente esprime parere positivo sull’istanza di compatibilità ambientale del Progetto di Stoccaggio, presentata da Geogastock S.p.a. in data 19 luglio 2007.

La Regione Basilicata dunque non deve fare altro che stipulare un accordo con la società proponente per stabilire misure di riequilibrio e di compensazione ambientale, ma sempre nell’ambito degli obiettivi generali di politica energetica nazionale. Gli impianti saranno realizzati nel territorio dei Comuni di Ferrandina, Salandra, Pisticci. Si tratta dei giacimenti di gas di Grottole-Ferrandina (Concessione Cugno Le Macine) e Pisticci (Concessione Serra Pizzuta).

Intanto in data 9 giugno 2010, i Comuni di Salandra, Ferrandina e Pisticci hanno sottoscritto con Geogastock S.p.a. l’accordo per le compensazioni di cui all’art. 1 comma 5 della legge 239/2004 sul riordino del settore energetico, per un ammontare di  1 milione di euro per ciascun Comune. Che cosa è scritto al comma 5 dell’art. 1 della legge 239? “Le regioni e gli enti locali territorialmente interessati dalla localizzazione di nuove  infrastrutture  energetiche  ovvero  dal potenziamento  o  trasformazione  di  infrastrutture  esistenti hanno diritto   di   stipulare   accordi  con  i  soggetti  proponenti  che individuino   misure  di  compensazione  e  riequilibrio  ambientale, coerenti con gli obiettivi generali di politica energetica nazionale…”

E’ il 28 dicembre 2011, sono le 14 circa. Presenti tutti gli assessori, tranne Rosa Mastrosimone  la quale sarà presente al momento delle deliberazioni successive. All’unanimità dei presenti viene approvata la deliberazione numero 1965: “ Approvazione schema di accordo tra la Regione Basilicata e la Società Geogastock S.p.a. per la compensazione ambientale relativa alla realizzazione dello stoccaggio del gas naturale nei giacimenti denominati ‘Grottole/Ferrandina’ e ‘Pisticci’, ai sensi dell’articolo 1 comma 5 della legge 239/04”.

Il testo della delibera

(…) Per proposta del Presidente, ad una unanimità di voti, espressi nei modi di legge, la Giunta Regionale delibera:

–          Di approvare lo schema di accordo tra la Regione Basilicata e la società Geogastock s.p.a. che, allegato al presente provvedimento, ne forma parte integrante e sostanziale;

–          Di autorizzare il Presidente della Regione a sottoscrivere l’Accordo e ad apportare le eventuali modifiche ed integrazioni non sostanziali al testo che dovessero rendersi necessarie in sede di sottoscrizione

–          Di demandare all’Ufficio di gabinetto del Presidente i successivi adempimenti formali finalizzati allla sottoscrizione dell’Accordo e all’invio dello stesso ai Soggetti interessati e al Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità, per il seguito di propria competenza.

Ma qual è l’Accordo che il Presidente della Regione è autorizzato a sottoscrivere?

Lo schema dell’Accordo allegato alla delibera n.1965

Art. 1 (Misure compensative inerenti al Progetto di Stoccaggio)

Geogastock S.p.a., per specifici interventi e iniziative di compensazione e riequilibrioambientale destinate all’area della Val Basento, a fronte della realizzazione del Progetto di Stoccaggio, verserà alla Regione Basilicata un contributo complessivo di euro 11.000.000,00 (undicimilioni di euro) ripartiti nei seguente modo:

a) euro 2.000.000,00 (euro duemilioni) entro e non oltre 120 gg. (centoventi giorni) dalla data di pubblicazione ufficiale del Decreto di rilascio della concessione ministeriale relativa al Progetto di Stoccaggio (o almeno della Concessione di Cugno le Macine, se ottenuta prima di quella di Serra Pizzuta);

b) euro 4.000.000,00 (euro quattromilioni) entro e non oltre 60 gg. (sessanta giorni) dai rilascio dell’autorizzazione MSE-UNMIG alla messa in esercizio dell’attività del Progetto di Stoccaggio (o almeno del Progetto relativo alla Concessione di Cugno le Macine, se ottenuta prima di quella di Serra Pizzuta) ;

e) euro 250.000,00/anno (euro duecentocinquantamila/anno) per la durata della concessione (che, secondo la normativa applicabile, si attende pari a20 anni più, ove accordati dalle competenti Autorità, 2 rinnovi di 10anni).

L’erogazione del contributo annuale decorrerà dall’entrata in esercizio del Progetto di Stoccaggio (o almeno del Progetto relativo alla Concessione di Cugno le Macine, se ottenuta prima di quella di Serra Pizzuta) e la prima annualità sarà dovuta entro 90 gg. (novanta giorni) dalla data di entrata in esercizio del Progetto stesso, e così di anno in anno con riferimento alla cadenza annuale sempre dalla data di entrata in esercizio del Progetto. Le parti convengono che, ove la somma dei contributi annuali da corrispondersi per la durata iniziale della Concessione (Le., primi vent’anni) sia di ammontare inferiore ad euro 5.000.000,000 (euro cinquemilioni), Geogastock S.p.a. corrisponderà alla regione il conguaglio fino a concorrenza dell’importo di euro 5.000.000,000 (euro cinquemilioni), entro la data di pagamento del contributo annuale dovuto con riferimento al ventesimo anno di Concessione.

Il contributo annuale di euro 250.000,00 sarà rivalutato, di anno in anno, applicando l’incremento relativo all’indice ISTAT corrispondente al mese in cui viene operato l’effettivo pagamento. Le attività oggetto di finanziamento, inerenti le tematiche ambientali e vincolate ai territori interessati direttamente e indirettamente dagli stoccaggi, verranno definite autonomamente dalla Regione di concerto con i Comuni dell’area ed. Val Basento e saranno coerenti con le sue politiche ambientali di sviluppo sostenibile e non saranno oggetto di approvazione preliminare da parte diGeogastock S.p.a. Qualora l’evoluzione della normativa nazionale dovesse prevedere un meccanismo compensativo nei confronti della Regione legato alle prestazioni dello stoccaggio, il contributo annuale verrà ridiscusso in un apposito Tavolo Paritetico Regione – Geogastock S.p.a., che avrà il compito di implementare una adeguata rimodulazione, ovvero riduzione, del contributo stesso mirata a riequilibrare la redditività del progetto in conseguenza delle modifiche normative eventualmente introdotte.

Art. 2 (Disposizioni Generali)

L’efficacia del presente Accordo è subordinata all’ottenimento, da parte di Geogastock S.p.a. della Concessione di Stoccaggio del Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e d’intesa con la Regione Basilicata, almeno in relazione alla Concessione di Cugno le Macine e decorrerà dalla data di pubblicazione ufficiale del relativo decreto di concessione.

Le misure compensative di cui al precedente art 1 dovranno considerarsi, unitamente alle Compensazioni Ambientali concordate con i Comuni interessati in data 9 giugno 2010, a totale compensazione di quanto previsto dall’art. 1, comma 5, della L. 239/04 con riguardo al Progetto di Stoccaggio. A tale proposito, resta inteso che le compensazioni oggetto dell’accordo con i Comuni di cui alla precedente premessa d) saranno riconosciute esclusivamente a seguito dell’assegnazione della Concessione afferente ai territori dei Comuni

interessati, vale a dire le compensazioni concordate con i Comuni di Ferrandina e Salandra, a seguito dell’assegnazione della Concessione Cugno le Macine e le compensazioni concordate con il Comune di Pisticci, a seguito dell’assegnazione delia Concessione Serra Pizzuta, il tutto ai termini e condizioni di cui all’accordo stesso. Per tale ragione, nei limiti dell’ammontare complessivo delle misure compensative, Geogastock S.p.a. sarà mantenuta indenne da eventuali pretese di soggetti terzi avanzate ai sensi della L. 239/2004 o altre norme applicabili con specifico riguardo al Progetto di Stoccaggio.

La Regione Basilicata, pertanto, si impegna a dare al presente atto la massima pubblicità, tramite la pubblicazione sul BUR e sul sito web regionale ed ogni altro strumento ritenuto idoneo, promuovendo altresì adeguate forme di partecipazione degli Enti locali ricadenti nell’area cd. Val Basento nella programmazione degli interventi da finanziare con le compensazioni di cui ai presente Accordo.

Art. 3 (Validità)

Il presente Accordo sarà valido dalla data di sottoscrizione e produrrà effetti dalla data di cui al precedente articolo 2comma 1, fino al completo adempimento degli obblighi reciproci delle parti. In ogni caso l’osservanza delie misure compensative da parte di Geogastock S.p.a.. comporterà l’adempimento di quanto previsto dall’art. 1, comma 5, della L. 239/2004 con effetti permanenti. In caso di cessione della Concessione di stoccaggio da parte di Geogastock S.p.a. ad altro soggetto giuridico, Geogastock S.p.a. si obbliga a fare in modo che tale altro soggetto giuridico si renda cessionario della posizione di Geogastock S.p.a. ai sensi del presente Accordo, o comunque assuma tutti i diritti ed obblighi di Geogastock S.p.a. da esso derivanti, con effetto dal momento dell’efficacia della cessione della Concessione stessa. Ove ciò non accada, Geogastock S.p.a. rimarrà responsabile in solido con il soggetto giuridico terzo per l’adempimento delle obbligazioni di Geogastock derivanti dal presente Accordo.

Perché un territorio interessato da un sito di stoccaggio deve essere compensato?

Al pari del petrolio, il gas comporta notevoli rischi ambientali, ma soprattutto rischi di incidenti. I siti di stoccaggio individuati in Basilicata, infatti, sono sottoposti alla cosiddetta legge Seveso, considerati quindi siti a rischio rilevante di incidente. Però il gas naturale sembra non essere tossico per le persone, gli animali e le piante e non è inquinante per le acque, per suolo e sottosuolo. Anche nel caso di dispersione in acqua o nel sottosuolo il gas naturale non inquina. Perché allora bisogna compensare? Probabilmente per l’impatto ambientale, per il rischio di incidenti? Siamo al prologo di un rigassificatore? Niente di male, basta dirlo.

Tuttavia i rischi di inquinamento, anche se più bassi rispetto all’estrazione petrolifera,  sono reali

La combustione di gas genera, anche se in misura minore rispetto agli altri combustibili fossili, gas serra che contribuiscono al surriscaldamento del pianeta. L’ estrazione di gas (ma anche di petrolio) porta a una diminuzione della pressione nella riserva sotterranea. Ciò può portare ad un progressivo abbassamento del terreno che può danneggiare l’ecosistema, i corsi d’ acqua, la rete idrica e fognaria e causare cedimenti nelle fondamenta degli edifici. L’ estrazione e il trasporto del gas possono inoltre generare ulteriore inquinamento. Gli esperti si attendono per i prossimi anni un’impennata nell’uso di gas naturale, conseguente alla richiesta di fonti alternative al petrolio. Normalmente, gli inquinanti principali sono: anidride carbonica, monossido di carbonio, ozono, ossidi di azoto. Sono però molto ridotti i seguenti inquinanti: particolato, ossidi di zolfo, idrocarburi incombusti (tra cui benzene).

Alcune domande ingenue

Chi garantisce che in quei siti ci sarà esclusivamente stoccaggio di gas naturale? Chi garantisce che non sarà bruciato gas naturale estratto come sottoprodotto dell’estrazione petrolifera.

La massima pubblicità

“La Regione Basilicata, pertanto, si impegna a dare al presente atto la massima pubblicità, tramite la pubblicazione sul BUR e sul sito web regionale ed ogni altro strumento ritenuto idoneo, promuovendo altresì adeguate forme di partecipazione degli Enti locali ricadenti nell’area cd. Val Basento nella programmazione degli interventi da finanziare con le compensazioni di cui ai presente Accordo”. Sul Bur abbiamo trovato esclusivamente gli estremi della delibera.

Per concludere

“Il megastoccaggio lucano – scrive il giornalista Pietro Dommarco – “rientra in un progetto internazionale ben più complesso, legato all’approvigionamento del Vecchio Continente e che vede la pugliese Otranto trasformarsi in “terminal” petrolifero e gassifero e la Basilicata in “hub” di stoccaggio e polo energetico.”

“Tre progetti internazionali paralleli – South Stream, Tap e Poseidon – che parlano la stessa lingua russa. Come proprio la Geogastock spa – nata da una scissione societaria con la Geogas srl – il cui capitale azionario appartiene per l’80% alla Energetic Source di Paderno Franciacorta (BS), controllata a sua volta da Avelar Energy Group, holding europea della Renova, colosso energetico guidato dal russo Viktor Vekselberg a capo dell’impero dell’alluminio.”

In fondo la Val Basento è destinata ad essere un’area “morta”. E’ da decenni che la politica, impotente, insiste su una falsa direttrice di sviluppo. Chimica, petrolio, gas, rifiuti, inquinamento e appunto, morte. In quel territorio insistono centrali elettriche, discariche di rifiuti industriali, pozzi petroliferi ed impianti dismessi dove rinasce un polo chimico ed energetico, con centrali di produzione elettrica, impianti di rigenerazione di Oli esausti e mega discariche industriali.

Inchiesta pubblicata integralmente sul numero 24 del settimanale d’inchiesta Basilicata24 in edicola il 4 febbraio 2012