Anche lo champagne per parlare di politica

24 dicembre 2012 | 08:23
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Anche lo champagne per parlare di politica

L’accusa è di peculato, ma, davanti ai 2,3 milioni di euro che la Procura contesta, i consiglieri regionali indagati non si scompongono e difendono le loro note spese collegandole alle loro attività istituzionali

Il capogruppo Paolo Valentini, davanti ai 188.577,17 euro di rimborsi spese che gli vengono contestati, non batte ciglio e ribatte: “Le spese erano legate all’espletamento del mandato. In 18 anni ho seguito questa prassi”.

La prassi di cui parla Valentini è di farsi rimborsare  centinaia di euro considerandoli connessi al proprio mandato consiliare. Secondo i verbali degli interrogatori, diffusi dal “Corriere della Sera”, infatti, al consigliere sono stati contestati anche pranzi da 274 euro per due coperti, di cui 160 euro erano destinati a vino e champagne.

Valentini, però, è inamovibile e difende la prassi: “I ristoranti sono legati a incontri e riunioni che si svolgono in altri posti.  Mentre per Angelo Ciocca, della Lega, il discrimine è “l’argomento di conversazione”

23 aprile 2008, alla Casupola di Bosisio Parini ci sono 111 persone. Alla Regione costano 4.995 euro, richiesti da Giulio Boscagli. Secondo il consigliere Pdl, si trattò di un incontro istituzionale sulla riforma della scuola. Mentre giustificando i tre iPad con accessori pagati 2.625 euro sostiene che servivano a lui e al suo staff.

Giuseppe Angelo Giammario, invece, era un assiduo frequentatore di taxi e auto a noleggio. Ai magistrati ha risposto che quelle spese servivano perché, non potendo accedere a Milano città con la sua auto. Inoltre, dovendo pianificare la giornata con i collaboratori e leggere dei documenti, aveva bisogno dell’autista.

Giammario ha anche una giustificazione pronta per i 92 euro spesi alla gelateria Mozart di Alassio “Ho offerto a consumazioni a cittadini lombardi, imprenditori, persone dell’associazionismo lombardo. E il 1.276 euro spesi nella cantina “La Tunella”? “Regali a persone incontrate nell’esercizio della mia arrività”