Al lavoro con l’elmetto

14 dicembre 2012 | 12:16
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Al lavoro con l’elmetto
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Al lavoro con l’elmetto
Al lavoro con l’elmetto

Siamo nel cuore della Valbasento. Il luogo di politiche sociali ed economiche sbagliate. Il luogo che negli anni settanta doveva  accogliere il boom economico attraverso l’apertura di numerose aziende che dovevano dare speranza e una vita migliore a milioni di lavoratori E’ in questo clima che nasce e si costituisce il Centro per l’Impiego di Pisticci Scalo “Valbasento”. Un luogo posto a metà strada tra la struttura di Matera e quella di Policoro. Un centro questo che doveva fare da spartiacque per un bacino di utenza molto ampio che annovera ben 9 comuni della provincia materana e che, per tanti anni, è stato fiore all’occhiello della stessa. E’ qui, infatti, che numerosi giovani sono stati collocati nel mondo del lavoro ed è qui che, quando le industrie pian piano hanno chiuso le porte, si è formato un nucleo operativo di supporto ai lavoratori in mobilità e cassa integrazione, ospitando il referente provinciale adibito a tal uopo.

UNA STRUTTURA FATISCENTE. Oggi questo centro così importante rischia di chiudere i battenti oppure, di essere lasciato a se stesso senza un intervento consapevole ed efficace da parte di chi, pur essendo preposto, non dà le risposte necessarie. Si assiste a un continuo rimpallo tra gli organi competenti che ad oggi, non hanno portato a nulla se non a risposte frammentarie o addirittura “non risposte”. Gli impiegati che vi operano sono costretti a farlo in condizioni precarie e rischiose, ammassati, uno sull’altro, nell’ala considerata idonea con la pioggia e i calcinacci che cadono sulle loro teste e su quelle povere tastiere, fili elettrici volanti, apparecchiature obsolete, bagni impraticabili come quello destinato agli invalidi, riscaldamento inesistente, documenti di cui si dovrebbe conservare la privacy alla mercè dell’utenza per mancanza di spazio e la stessa utenza servita in modo disdicevole. Sovente infatti, avviene che i cittadini vengano accolti in ambienti molto piccoli e il colloquio che si genera tra operatori del CPI e utenza non viene in opportune condizioni di riservatezza. Manca un’azione straordinaria di manutenzione di cui nessuno vuole farsi carico nonostante le numerose relazioni di sollecito da parte del Responsabile e degli operatori che giacciono da mesi ormai nei cassetti. A queste si aggiunge la relazione dei Vigili del Fuoco durante un sopralluogo nel quale si sottolinea lo stato di precarietà dello stabile, sottolineando un subitaneo intervento e che nega l’accesso ad una parte dei locali, perché ritenuta pericolante.

IL GRIDO D’ALLARME DEI LAVORATORI. Eppure per recuperare questo CPI così importante e fondamentale per l’assistenza ai lavoratori basterebbe veramente poco a detta degli esperti: qualche foglio di catrame al soffitto che eviti infiltrazioni d’acqua e il distacco dell’intonaco, la copertura dei cavi elettrici con un adeguamento secondo la normativa vigente in materia di sicurezza, termosifoni funzionanti, l’accesso ai bagni soprattutto a quello per disabili visto che nell’organico ce ne sono diversi. Un periodo temporaneo di chiusura per manutenzione. E’ solo questo che gli impiegati chiedono da troppo tempo ormai per poter continuare a dare rispettabilità al loro servizio. “Ci si aspetta quindi, che da una città come Matera, candidata a divenire capitale della cultura e che dovrebbe fare in modo che tutta la provincia venga portata insieme in questo processo, giunga un segno positivo di riscontro addossandosi questa patata bollente e il benessere dell’organico che vi lavora prodigandosi in un’opera urgente di manutenzione prima che avvenga l’irreparabile”.