Rovesciare il sistema è l’unico modo per dare respiro al futuro

13 novembre 2012 | 22:07
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Rovesciare il sistema è l’unico modo per dare respiro al futuro

Esistono minoranze o gruppi minoritari che  fanno semplice testimonianza, che appartiene per natura agli aggregati umani vocati alla predica e al proselitismo settario E’ l’esercizio che tiene in vita culture, sub culture, convinzioni e ideologie che hanno diritto di esistere seppure in micro ambienti sociali e politici incapaci di espandersi. Per cui la fatica di ogni giorno serve a  mantenere se stessi in vita. Comitati, Gruppi, Movimenti molecolari, che hanno rinunciato alla propria liquidità per consolidarsi in pochi centimetri cubi appena visibili ad occhio nudo. Alcuni gruppi di testimonianza riescono a sensibilizzare pezzi di opinione pubblica sui temi cruciali della vita, dell’economia e della società. Ma tutto si ferma allo strato del dibattito, interno a recinti oltre i quali non si può o non si vuole andare. Altri fanno la fatica di Sisifo, altri ancora giocano al sogno di Icaro. Insomma, quella che dovrebbe essere una ricchezza culturale, di democrazia, di partecipazione, e cioè la pluralità delle micro forme di organizzazione civile,  nei momenti fondamentali delle svolte politiche si rivelano un flop. Perché? Semplice.  Bisogna capire che queste articolazioni diffuse di culture, sensibilità, idee, istanze, sono come un arcipelago dove le decine di isole sono isole, che amano i loro confini e li difendono l’una dall’altra. Gelose delle loro acque territoriali. Queste minoranze sono, insieme, potenzialmente una maggioranza. Obama insegna. Vince le elezioni catalizzando il consenso delle minoranze che, nel momento del voto, coalizzandosi intorno ad un uomo, ad un programma, ad un’idea di America, fanno maggioranza. Nessuno è così folle da provare ad organizzare questi gruppi lucani in un unico movimento associativo, in una istanza generale che aggrega tutti in vista di una battaglia politica e sociale. Non sarebbe conveniente per la quantità di tempo e di energie occorrenti. E forse non sarebbe possibile. E allora? Le isole insieme fanno un arcipelago. Più grande di una regione su terra ferma. Insieme fanno un esercito più grande di una nazione unita. In soldoni, insieme fanno più potere di un partito, di una maggioranza governativa. Ma insieme loro non ci stanno. Esiste una soluzione capace di far convogliare su un progetto di cambiamento il consenso dell’arcipelago? Si. Molte di queste isole vogliono rovesciare l’attuale sistema di potere lucano. Questo è un punto su cui tutti potrebbero convergere. Per quale motivo vorrebbero rovesciarlo? E cioè per quale prospettiva economica, politica, sociale? Su questo punto non tutti potrebbero convergere. C’è chi vorrebbe una Basilicata blu e chi la vorrebbe gialla. Dunque bisognerebbe agire sul primo punto. Anche perché sia blu sia gialla la condizione preliminare è rovesciare “il potere grigio.” Obiettivo comune dovrebbe essere quindi, cancellare il grigio perché ci siano spazi per nuovi colori.  Che fare? Consiglierei di trovare una donna o un uomo in grado di sintetizzare l’istanza di cambiamento sui cui tutto l’arcipelago si impegna a convergere. Una donna o un uomo di rottura che, in una prima fase di alcuni anni, sia in grado di destrutturare il sistema. Per costruire il nuovo bisogna destrutturare, rovesciare, ribaltare, in breve “distruggere”. L’esperienza ci insegna che qui, in Basilicata, ma anche altrove, non è possibile costruire prima di distruggere. E’ una proposta scarsamente democratica? Qualcuno spieghi che cosa c’è di democratico nel potere dei vecchi e dei nuovi partiti. Lasciamo stare. Ad ogni modo, quei gruppi di testimonianza che hanno tentato da soli l’avventura elettorale, trainati dal solitario uomo fondatore della setta, hanno preso schiaffi in ogni elezione. Nel frattempo sono nati altri gruppi e movimenti i quali se pensano di cambiare le cose attraverso alleanze (elettorali o di altro tipo) sui progetti futuri, sbagliano ancora una volta. Esiste una sola possibilità perché progetti futuri si possano realizzare: destrutturare. Esiste quindi un solo obiettivo su cui convergere: rovesciare il sistema. Con il voto, naturalmente. La convergenza delle isole deve avvenire nell’urna elettorale. Magari insieme ad esponenti e a gruppi legati ai partiti, ma che vogliono un vero cambiamento. Però. Se queste isole sono abitate da persone senza coraggio, o da individui vanitosi, egocentrici e istrionici, ogni possibilità è mortificata. L’operazione di Obama può essere progettata anche in Basilicata. Gli afro-americani hanno poco da spartire con i latino-americani, però hanno eletto il “loro presidente”. Il dibattito è aperto, per chi ci vuole entrare.