Regione e Arpab “litigano”, l’inquinamento avanza

24 novembre 2012 | 16:31
Share0
Regione e Arpab “litigano”, l’inquinamento avanza

Alla luce delle recenti polemiche tra Direzione Generale Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata e l’Arpab circa il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati in relazione alla qualità delle acque destinate ad uso umano dell’invaso del Pertusillo, l’Ehpa (Associazione per la tutela della Salute e l’Ambiente di Basilicata” intende ribadire e sottolineare l’importanza anche delle ultime analisi dell’ottobre 2012,  autoprodotte con finanziamenti propri e dell’Università degli Studi di Basilicata. L’obiettivo che l’associazione si ripropone è nota a tutti ovvero il rispetto della Convenzione di Aarhus sulla trasparenza in materia di ambiente che prevede la corretta informazione a tutti i cittadini ed anche la giusta e legittima sollecitazione nei confronti delle Istituzioni preposte perché si avviino le soluzioni che il caso richiede.  “Sono stati analizzati altri 5 campioni di sedimenti dell’invaso del Pertusillo (per un totale complessivo di 10), contenente acque ad uso umano. Le analisi, realizzate a cura della professoressa Albina Colella (docente dell’Unibas) e Presidente dell’Ehpa e del tenente G. di Bello (Si precisa al riguardo che il tenente Di Bello ha svolto i campionamenti fuori dall’orario di lavoro ed in veste di socio fondatore dell’Ehpa)  con la collaborazione dell’Oipa, hanno mostrato elevate concentrazioni di idrocarburi e di metalli pesanti, confermando l’inquinamento dei sedimenti già documentato in precedenza. La concentrazione massima rilevata in questi campioni è di 233 mg/kg, a fronte di un massimo di 559 mg/kg misurati in una campionatura precedente eseguita nel mese di ottobre 2011. Oltre agli idrocarburi, sono state rilevate alte concentrazioni di metalli pesanti, come manganese (241 mg/kg), zinco (68 (mg/kg), bario (53,9 mg/kg), vanadio ( 15,0), boro (13,7 mg/kg), cobalto (4,36mg/kg), cromo (11,9 mg/kg), nichel 12,4(mg/kg), rame (16,2 mg/kg), piombo (6,33 mg/kg), alluminio (11.970 mg/kg), ferro (7044 mg/kg). Molti di questi metalli vengono utilizzati nell’industria petrolifera, come il bario, un additivo che serve ad appesantire i fanghi di trivellazione petrolifera, a composizione generalmente bentonitica (a base di silicati di alluminio). Sono stati esaminati anche i liquami rossi che fuoriuscivano da microfalde nel sottosuolo a valle del pozzo di reiniezione Costa Molina 2D e di altri pozzi petroliferi, lungo il fosso che, nei pressi del viadotto di Montemurro, forma la confluenza dei fossi di Spetrizzone e di Spaccamogliera, che drenano l’area di tali pozzi. Per ragioni tecniche non è stato possibile campionare solo i liquami rossi, e pertanto sono stati campionati anche i sedimenti sottostanti (campione Ps13A):  di conseguenza la composizione ottenuta è risultata mediata. E’ stato prelevato allora un secondo campione (Ps13B) nello stesso sito, ricampionando i liquami rossi con uno spessore di sedimenti sottostanti molto più ridotto. Dalle analisi è risultata una composizione diversificata tra i due campioni,  con concentrazioni di metalli molto più alte nel campione Ps13B (vedi tabella allegata). Ciò indica che la composizione dei liquami rossi è arricchita in metalli (manganese, bario, alluminio, ferro, zinco, piombo, boro, cobalto, vanadio, rame, nichel), molti dei quali comuni alle attività petrolifere; le concentrazioni di metalli nel campione Ps13B,  inoltre,  sono le più alte misurate nell’invaso (come ad esempio nel caso del bario). Si può infine concludere che le concentrazioni più alte di idrocarburi (559 mg/kg) e di metalli si riscontrano in prossimità della foce nell’invaso del Pertusillo dei fossi di Spetrizzone e Scannamogliera, che drenano un’area occupata da alcuni pozzi petroliferi e dal pozzo di reiniezione Costa Molina 2D. 

 Associazione Ehpa