“Regione e Arpab fanno orecchie da mercante”

2 novembre 2012 | 11:52
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“Regione e Arpab fanno orecchie da mercante”

L’azienda, meglio conosciuta come la Ferriera, emette fumi e odori davvero poco rassicuranti per chi abita nei pressi dello stabilimento che, a ragione, chiede di “sapere come veramente stanno le cose”. Ed ancor più oggi, dopo l’Ilva di Taranto. Cittadini e associazioni chiedono un monitoraggio dell’aria nella zona in cui è situato lo stabilimento.” Non si comprende però- fanno notare gli stessi- le ragioni per cui le istanze rivolte all’Assessorato all’Ambiente e Territorio della Regione Basilicata vengono sistematicamente ignorate per cui bisogna ricorrere al Difensore Civico e alla Magistratura”. Antonio Nicastro è tra quei cittadini impegnati in prima linea nella richiesta di attenzione da parte degli organi competenti. Chiede chiarezza e trasparenza. Ma le risposte tardano ad arrivare, e quando arrivano sono parziali e non esaustive. Ultimo atto della battaglia di Nicastro è una richiesta di accesso agli atti alla Regione Basilicata relativa al probabile inquinamento della Sider Potenza. A raccontarci come è andata è lo stesso Nicastro, il quale si augura che almeno la Procura si decida a “metterci il naso”.

TRASPARENZA SOLO A PAROLE

L’articolo 1 della Legge Regionale 26 aprile 2012 n° 6, “Disposizioni concernenti norme per l’accesso e la trasparenza in materia ambientale” recita: “La Regione Basilicata garantisce la più ampia trasparenza in materia di informazione ambientale” secondo me, invece, la Regione, o per meglio specificare il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, fa di tutto per non informare i lucani.

In data 1 agosto di quest’anno facevo pervenire sulla casella di posta elettronica del Presidente De Filippo una richiesta di informazioni “ambientali” relative al “probabile” inquinamento causato dalla Siderpotenza, la stessa mail è stata inviata all’Arpab. Probabilmente nel periodo estivo nessun collaboratore del Presidente ha letto la mia mail, ho pensato allora di portare la mia richiesta direttamente all’ufficio protocollo del Dipartimento Ambiente indirizzando la nota all’Assessore Mazzocco, era il 12 settembre, ho invocato l’applicazione della legge 241/90 che obbliga le pubbliche amministrazioni a dare riscontro entro 30 giorni. Neanche questa volta, pur essendo abbondantemente trascorsi i 30 giorni di cui alla citata legge 241/90, nessun riscontro.

Sono tornato ad utilizzare la posta elettronica, stavolta mi sono  avvalso della PEC, nuova richiesta a Dipartimento Ambiente e Dipartimento Presidenza della Giunta, sono trascorse almeno due settimane e notizie da viale Verrastro non ne arrivano. La Regione Basilicata non è che produca poi tante leggi, almeno facesse rispettare quelle poche che promulga, mi riferisco sempre alla Legge Regionale 26 aprile 2012 n° 6, che, fra l’altro,  all’articolo 2 enuncia:

“Il diritto di accesso all’informazione ambientale in possesso della Regione Basilicata, degli Enti controllati e vigilati dalla stessa, è garantita a chiunque ne faccia richiesta e senza che questi debba dichiarare il proprio interesse.”

Nella speranza che leggendo questa nota qualcuno si decida a fare il proprio dovere, riassumo l’oggetto della mia richiesta:

Nel febbraio 2012, dopo 6 lunghi anni di istruttoria, la Regione Basilicata rilasciava l’AIA all’acciaieria Ferriere Nord della Pittini facendo quindi cessare tutte le autorizzazioni provvisorie all’esercizio dell’impianto; fra le varie prescrizioni l’AIA prevede che trimestralmente l’ARPAB debba fare delle “ispezioni” (e si presume degli accurati monitoraggi) che deve poi consegnare all’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, in virtù di questa prescrizione che ho chiesto al Dipartimento Ambiente della Regione l’esito di siffatte ispezioni, due, perché sono trascorsi oltre sei mesi dal rilascio dell’AIA;

Chiedo troppo? L’Arpab, cointestataria della mia richiesta, dopo un certo tempo mi ha fatto avere un riscontro che però non è attinente alle mie domande o lo è in modo molto parziale. Mi si informa che fino al 30 ottobre un mezzo mobile dell’Agenzia di protezione ambientale ha effettuato un monitoraggio nei pressi dello stabilimento Siderpotenza e che i dati rivenienti, dopo essere stati analizzati, verranno comunicati alle autorità competenti (Regione- ufficio prevenzione e controllo e compatibilità ambientale, ASP e Comune) e contemporaneamente pubblicati sul sito internet dell’ARPAB (sempre che nel frattempo sia stato messo sotto protezione da attacchi  da pirati informatici). Nessun accenno a quali inquinanti sono stati oggetto di monitoraggi, se sono stati tenuti sotto osservazione il suolo e il bacino del Basento confinante con lo stabilimento.

Si sono impiegati sei anni per rilasciare l’AIA, quanti ne devono trascorrere per farla rispettare?

Mi preme far rilevare che per questioni simili, in quel di Taranto, si sono presi drastici provvedimenti da parte della Magistratura, provvedimenti a tutela della salute pubblica che hanno avuto un eco transnazionale. Continuando il silenzio delle nostre Istituzioni, anche da queste parti, prima o poi, la Procura della Repubblica potrebbe metterci il naso.

Correliamo al presente articolo una delle video-inchieste realizzate da B24, in data 10 settembre 2012. Parlano i cittadini che vivono a “Cento passi dalla Ferriera”