Quel mostro d’acciaio nel cuore dei Sassi

26 novembre 2012 | 18:16
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Quel mostro d’acciaio nel cuore dei Sassi
Quel mostro d’acciaio nel cuore dei Sassi
Quel mostro d’acciaio nel cuore dei Sassi
Quel mostro d’acciaio nel cuore dei Sassi
Quel mostro d’acciaio nel cuore dei Sassi
Quel mostro d’acciaio nel cuore dei Sassi

“Bisogna evitare di cancellare il significato storico e ideale dei Rioni Sassi”. Parole scritte nel verbale, anno 1977,  della Commissione giudicatrice del  concorso “Progetto sistemazione e utilizzazione dei Sassi di Matera”

Momento importante e rigorosa valutazione degli elaborati pervenuti tanto che “Non si è potuto-spiega la Commissione-assegnare il primo premio perché non è stato possibile individuare fra i concorrenti un progetto che rispondesse in modo completo a tutte le specifiche richieste, fissate nel Bando”. Al secondo posto si classifica il progetto inviato dal Gruppo facente capo all’architetto Tommaso Giura Longo. Dunque, innanzi tutto la salvaguardia dei Sassi. Finalità ribadita a chiare lettere dalla Legge speciale n.771 del 1986, tutt’oggi in vigore. Norma che con il primo articolo stabilisce: “La conservazione e il recupero architettonico urbanistico, ambientale e economico dei Sassi sono di preminente interesse nazionale”. Rafforzativo, i piani di recupero prevedono il ritorno della città dei Sassi “… all’antico splendore attraverso la ricomposizione ed il restauro delle pregevoli tipologie architettoniche e micro urbanistiche originarie:case a corte, case palazziate, case a ballatoio, vicinati”. In sintesi, l’obiettivo è di dar vita a un processo di tutela e sviluppo compatibile del vasto comprensorio urbano interessato: 30 ettari la superficie dei Sassi e 5 mila ettari l’altipiano murgico. E poi 3.012 abitazioni,di cui 665 con ingresso al di sotto del piano stradale, 1672  a livello del piano, 362 con entrata in sopraelevazione, 307 al primo piano e solo 8 al secondo piano,1645 interamente scavate nella roccia. Dall’anno 1993 i Sassi diventano patrimonio dell’Umanità, perché inseriti nei siti dell’ Unesco.

Acciaio, vetro e tufo. Considerato quanto sopra non poche perplessità suscitano i lavori di costruzione di un ascensore e di una rampa. Dove? In Vico Commercio, cuore del Sasso Barisano. Per una spesa di 267.471,52  mila euro, e altri 152.528,48 a disposizione dell’Amministrazione comunale. Eloquenti le foto, esclusive, che pubblichiamo. Fra l’altro, quella di Vico Commercio e dintorni scattata nel 1958. L’ascensore in un primo momento si nota realizzato in vetro. Appostato nei pressi del  banco tufaceo che, stranamente, risulta picconato. Passa non molto tempo, lo stesso ascensore è inglobato in blocchi di tufo: sembra più una canna fumaria con tappo per obesi del terzo tipo che un armamentario mobile quale soccorso in favore del  genere umano. Di certo un elemento che  modifica l’assetto urbano storico e paesaggistico di questa zona non secondaria del Sasso che volge a Bari.

Ascensore e rampa per chi? A chi e a che cosa serve un ascensore così piccolo e stretto che sbuca in un altro luogo scosceso dei Sassi? Un percorso che si fa benissimo a piedi. E allora perché mettere mano proprio in quest’area?. Interessante domanda. Nel frattempo viene alla luce la rampa in acciaio o chi sa che, lunga più metri, fornita di passamani e ringhiera. Parte da Vico Commercio e muore a ridosso dell’ascensore. Conficcata nella roccia, sostenuta  da un pilastro non grande che pare essere in  ferro. Più giù si notano grotte con porta un muro tufi, e quindi lo slargo. Il tutto poggiato su altre grotte. Appunto, la caratteristica fondamentale e millenaria dei Rioni Sassi è: la grotta sopra la grotta, più scale ripide e tortuose, lo spazio minimo per il vicinato. Non distante dall’ascensore e dalla rampa si erge un grappolo di case. Ristrutturate dal Comune cinque anni fa, ormai preda facile del  degrado. Corre voce che nella parte sottostante le due nuove strutture in acciaio vetro e tufo si dovrebbero instaurare attività private. Forse un ristorante, una pizzeria, una braceria, una birreria, una gelateria. Se così sarà, rientra benissimo nel sistema del consumismo turistico, diciamo così, incontrollato che da più lustri impera nei Sassi.

Secoli di umidità. L’azzardo di utilizzare i Sassi come contenitore turistico di massa (ci mettono pure il Presepe vivente natalizio) è ben spiegato in un documento allegato al Piano regolatore generale di Matera, anno 1935. Si legge: ”Il problema dei Sassi più che riguardare il piano regolatore, interessa il risanamento igienico. Risanamento che non potrà mai ottenersi in modo integrale per difficoltà tecniche e economiche. Le abitazioni dei Sassi infatti sono nella massima parte grotte scavate nella massa tufacea, accavallate l’una sull’altra, ed affiancate l’una all’altra, rese accessibili da stradette a gradoni, la cui peculiarità è data dai comignoli che spuntano fuori ad ogni passo, poiché la strada stessa fa da copertura alle abitazioni…. Ogni possibile sventramento richiederebbe tagli enormi, e conseguenti opere di sostegno e di chiusura imponenti. Ma non verrebbe a cambiarsi la natura delle abitazioni stesse che resteranno sempre scavate nel masso impregnato da secoli di umidità non facilmente eliminabile, sia per deficienza di protezione dall’esterno e sia per assorbimento, dagli strati inferiori”.

Relazione geologica secretata. Tra le opere inserite nell’Accordo di programma firmato da Regione e Comune di Matera (Completamento dei percorsi pedonali turistici Sassi e Centro storico per l’importo di 2.000.000,00 euro) c’è il sottoprogetto “ C-Vico Commercio”. Approvato nel 2006 con un finanziamento di 400 mila euro. Il 18 settembre 2008 il Comune affida all’ing. Antonello Pagliuca la redazione del progetto definitivo ed esecutivo,del coordinamento della sicurezza in fase di progettazione per la riqualificazione urbanistica dell’area di crollo fra Vico Commercio e Vico Lombardi. Non è dato sapere a quanto ammonta il compenso per l’ing. Pagliuca. Dopo l’esame del progetto definitivo emerge la necessità di sottoporre l’area interessata  ad uno studio geologico e geotecnico prima della redazione del progetto esecutivo. Il 9 luglio 2010 l’amministrazione comunale incarica il geologo Filippo Maurizio Cristallo di svolgere la perizia geologica e geotecnica. Il dr. Cristallo consegna l’incarto in data 5 novembre 2010. Gli uffici comunali dispongono,il 21 gennaio 2011, di pagare il lavoro con importo complessivo di euro 3.062,40. Trattandosi di una relazione,importante, sullo status  di una porzione interessante dei Sassi, perché sindaco e giunta comunale non rendono di pubblica evidenza lo studio commissionato?

Il Comune parla di partecipazione ma non inserisce la relazione geologica sullo spazio web dedicato al Forum sui Sassi. Il 26 ottobre 2012 l’assessore all’Urbanistica, Tutela e ripristino del paesaggio, Qualità Urbana,Tutela dei Sassi Patrimonio Unesco e Centro Storico, Ina Macaione ha scritto che bisogna “Creare lo spazio pubblico, culturale e politico, in cui si possa discutere, con documenti alla mano, tutti i progetti in campo, soprattutto quelli sui nodi strategici della città; che in tale spazio siano invitati tutti i soggetti che hanno la responsabilità del futuro della città, che a decidere su un’area pubblica o privata che sia, siano coloro che si dichiarano “padroni del presente”… pertanto è giusto stimolare la formazione dei luoghi e delle forme di una Consulta pubblica, in cui emergano con trasparenza non solo gli interessi ma anche la possibilità di una partecipazione reale”. Bene. Sul sito internet del Comune c’è il Forum per “consentire un coinvolgimento attivo della cittadinanza sui problemi dei Sassi”. Benissimo. Il sindaco, o l’assessore, possono quindi inserire la relazione geologica su vico Commercio-Vico Lombardi  nello spazio web “Forum sui Sassi”? Così, per meglio capire “documenti alla mano”. Come giustamente vergato dall’assessore Ina Macaione.  

(Estratto dell’inchiesta a cura di Nino Sangerardi pubblicata sul settimanale Basilicata24 del 17 novembre 2012)