Province, “La storia non si cancella”

12 novembre 2012 | 10:56
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Province, “La storia non si cancella”

La manifestazione intitolata “La storia non si cancella” è stata l’occasione per protestare contro il discusso decreto legge sul riordino delle Province approvato il 31 ottobre scorso dal governo Monti. Provvedimento che prevede la riduzione delle province da 86 a 51, cancellando in maniera definitiva la provincia di Matera. Un nuovo assetto istituzionale inconcepibile per i politici lucani, che nel consiglio congiunto aperto alla cittadinanza hanno sottolineato la ferma e unanime volontà di scongiurare la creazione della provincia unica in Basilicata. A pagare le conseguenze e i disservizi del riordino saranno soprattutto i cittadini. “Questa spending review si abbatterà soprattutto sulla povera gente” ha precisato il sindaco di Pisticci Vito Di Trani, primo cittadino di un paese emblema dei tagli operati dal Governo,che rischia la chiusura della sezione distaccata del Tribunale,costato all’amministrazione un milione di euro, e del vicino ospedale di Tinchi. La conseguenza di questi provvedimenti, ha continuato il sindaco, è che un semplice cittadino dovrà spendere molto di più per poter avere dei servizi fondamentali, la Basilicata non può dare solo energia e petrolio in cambio di tumori,e se siamo qui a difendere il nostro territorio, ha concluso Di Trani, significa che la politica con la P maiuscola ha fallito. La situazione che si profila risulta particolarmente grave proprio per la Basilicata,che pur avendo una bassa densità di popolazione si estende per 10.000 chilometri quadrati. Una superficie troppo estesa per poter avere un’unica provincia, superiore a quella di Molise e Umbria, le altre due regioni che rischiano di essere accomunate dallo stesso destino della Basilicata, di avere un’unica Provincia che coincide con il territorio della Regione.

Dunque non è solo un problema di storia e tradizioni, ha precisato il Presidente De Filippo nel corso del suo intervento, ma di garantire ai 600mila lucani dei livelli essenziali di servizi. Una particolarità evidente del territorio lucano, che secondo il governatore, il ministro Patroni Griffi nell’incontro a Potenza dello scorso 10 novembre ha considerato con molta serietà. Adesso le sorti della provincia materana saranno decise dal Parlamento, dove dovranno prendere atto, con le buone o con le cattive, secondo il presidente, che nella riforma sono stati commessi dei gravi errori. Contestato il presidente del Consiglio della Regione Vincenzo Folino, che quando ha parlato di unità regionale ha scaldato la platea materana, probabilmente ancora risentita per la mancata attribuzione a Matera della sede del capoluogo di Provincia. Secondo Folino la questione di Matera riguarda l’intera Basilicata, in quanto la Regione non potrebbe andare avanti senza le due Province, per cui in questo momento è importante restare uniti e rafforzare i programmi di cooperazione. Nel corso della lunga mattinata numerosi sono stati i riferimenti alla manifestazione di Scanzano Jonico, contro le scorie radioattive, uno scatto di reni e di orgoglio da parte del popolo lucano , che dovrebbe ripetersi anche in questa occasione.
Alla fine della mattinata i Consigli riuniti della Provincia e del Comune di Matera con i 31 Comuni della Provincia hanno approvato all’unanimità l’ordine del giorno in cui viene richiesto l’impegno da parte di tutti i rappresentanti istituzionali a livello locale,regionale e nazionale d’impegnarsi affinchè vi sia una deroga al decreto legge n.188/2012 approvato dal Governo per mantenere la provincia di Matera ed evitare per la Basilicata, il Molise e l’Umbria la coincidenza del territorio regionale con un’unica provincia. Infine nel documento è stato chiesto al presidente della Regione Basilicata che, d’intesa con il Presidente della Provincia di Matera e con il sindaco della città di Matera e con i parlamentari lucani, attivi con il Parlamento ogni utile iniziativa finalizzata a mantenere la provincia di Matera