“L’Ilva chiude”, annuncio choc dell’azienda

26 novembre 2012 | 19:37
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“L’Ilva chiude”, annuncio choc dell’azienda

E’ ancora bufera sull’Ilva di Taranto: oggi sette arresti ”eccellenti” e un indagato, il presidente Bruno Ferrante. 

L’Ilva dal canto suo in una nota annuncia che il sequestro della produzione disposto dalla magistratura “comporterà in modo immediato e ineluttabile l’impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività nonché la chiusura dello stabilimento di Taranto e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono, per la propria attività, dalle forniture dello stabilimento di Taranto”.

Ilva annuncia che farà ricorso contro il provvedimento di sequestro della produzione degli ultimi quattro mesi. Sul provvedimento di sequestro, la società rileva che “Ilva non è parte processuale nel procedimento penale ed è quindi estranea a tutte le contestazioni ad oggi formulate dalla Pubblica Accusa”. Sottolinea inoltre che “lo stabilimento Ilva di Taranto è autorizzato all’esercizio dell’attività produttiva dal decreto del ministero dell’ambiente in data 26.10.2012 di revisione dell’Aia” e che “il provvedimento di sequestro emesso dal Gip di Taranto in data odierna si pone in radicale e insanabile contrasto rispetto al provvedimento autorizzativo del ministero dell’ambiente”.

A Taranto non c’é “un pericolo per la salute pubblica”: lo ribadisce Ilva rendendo noto che “mette a disposizione sul proprio sito le consulenze, redatte dai maggiori esponenti della comunità scientifica nazionale e internazionale, le quali attestano la piena conformità delle emissioni dello stabilimento di Taranto ai limiti e alle prescrizioni di legge, ai regolamenti e alle autorizzazioni ministeriali, nonché l’assenza di un pericolo per la salute pubblica”.

Ilva “ribadisce con forza l’assoluta inconsistenza di qualsiasi eccesso di mortalità ascrivibile alla propria attività industriale, così come le consulenze epidemiologiche sopraccitate inequivocabilmente attestano”.

Il segretario della Fiom Cgil di Taranto Donato Stefanelli: ‘Invitiamo invece i lavoratori che devono finire il turno a rimanere al loro posto e a quelli che montando domani mattina di presentarsi regolarmente’. “Questo atteggiamento ricattatorio ‘andate a casa’ – aggiunge Stefanelli – non esiste. Abbiamo chiesto cosa significa sul piano lavorativo, ma non lo sanno nemmeno loro. E’ un’azienda allo sbando e l’unica cosa che sa fare è mettere in atto una rappresaglia. Hanno subito stamattina – dice il sindacalista – i provvedimenti giudiziari e ora scaricano tutto sui lavoratori”. Stefanelli fa presente che i sindacati stanno valutando “le cose da fare” e hanno già sollecitato “il governo Monti a convocare immediatamente il tavolo nazionale suul’Ilva”. “Se il Governo – sottolinea Stefanelli – continuerà a tergiversare, noi nei prossimi giorni saremo tutti sotto Palazzo Chigi”.

Se il presidente del Consiglio, Mario Monti, non convocherà nelle prossime ore un incontro sulla situazione dell’Ilva giovedì i lavoratori del Gruppo manifesteranno sotto palazzo Chigi. Lo annunciano i sindacati in una nota. I lavoratori “messi in libertà” dall’azienda nello stabilimento di Taranto sono circa 5.000.

Tra i sette arrestati c’e’ anche Fabio Riva, vicepresidente di Riva Group e figlio del patron Emilio ai domiciliari dal 26 luglio scorso. Il provvedimento nei suoi confronti non è stato ancora eseguito. C’è anche l’ex assessore all’Ambiente della Provincia di Taranto, Michele Conserva, tra le persone destinatarie di provvedimenti cautelari. Conserva è agli arresti domiciliari e si è dimesso circa due mesi fa. Tra gli arrestati c’è l’ex dirigente dell’Ilva per i rapporti istituzionali Girolamo Archinà, che è stato trasferito in carcere. Archinà era stato ‘licenziato’ tre mesi fa dall’azienda dopo che, dall’inchiesta per disastro ambientale, era emerso un episodio di presunta corruzione che coinvolgeva l’ex rettore del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti, al quale Archinà avrebbe consegnato una busta contenente la somma di 10mila euro in cambio di una perizia addomesticata sull’inquinamento dell’Ilva. Anche Liberti é destinatario di un provvedimento di arresto.

I destinatari delle ordinanze sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, disastro ambientale e concussione.

Dalle nuove indagini sull’Ilva emergono “numerosi e costanti contatti di Girolamo Archinà, direttamente, e di Fabio Riva, indirettamente, con vari esponenti politici tra cui il governatore della Puglia Nichi Vendola”, scrive il gip di Taranto nell’ordinanza di custodia cautelare per i vertici dell’Ilva. “State tranquilli, non è che mi sono scordato!!… Il presidente non si è defilato”. E’ quanto Vendola dice a Archinà, in una telefonata intercettata il 6 luglio del 2010 e contenuta nell’ordinanza del gip. Ci sarebbe “la regia” del governatore della Puglia nelle “pressioni” per “far fuori” il direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, autore della relazione sulle emissioni inquinanti prodotte dall’Ilva, scrive il gip di Taranto.

I NOMI DEGLI ARRESTATI- Sono in tutto sette i destinatari di provvedimenti di restrizione della libertà personale per le inchieste sull’Ilva. Cinque le misure di detenzione disposte dal gip Patrizia Todisco e due nell’ordinanza del gip Vilma Gilli. Tra gli arrestati per disposizione del gip Todisco figura il patron Emilio Riva, 86 anni, che è già agli arresti domiciliari dal 26 luglio scorso. Per lui, l’arresto è ai domiciliari e non potrebbe essere altrimenti anche a causa della sua età. La detenzione in carcere è stata disposta dallo stesso gip per il vicepresidente di Riva Group Fabio Riva, l’ex direttore dell’Ilva di Taranto Luigi Capogrosso e l’ex dirigente Ilva Girolamo Archinà. Ai domiciliari l’ex rettore del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti. Per la parte Ilva, il gip Todisco ha respinto al richiesta formulata dalla procura di ulteriore arresto per l’ex presidente di Ilva Nicola Riva, anch’egli già ai domiciliari dal 26 luglio scorso. Dal gip Vilma Gilli ai domiciliari è stato posto oggi l’ex assessore all’Ambiente della Provincia di Taranto Michele Conserva, dimessosi circa due mesi fa dall’incarico quando si seppe che poteva figurare tra gli indagati della inchiesta sull’Ilva collaterale a quella per disastro ambientale. Ai domiciliari per disposizione del gip Gilli anche l’ing.Carmelo Delli Santi, rappresentante della Promed Engineering. Conserva e Delli Santi sono entrambi accusati di concussione.

“L’azienda ci ha appena comunicato la chiusura, pressoché immediata, di ‘tutta l’area attualmente non sottoposta a sequestro e ciò riguarda oltre 5000 lavoratori cui si aggiungerebbero a cascata, in pochi giorni, i lavoratori di Genova, Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Patrica”. Lo dice il segretario Fim Cisl Marco Bentivogli. (Fonte Ansa)