L'”Eldorado” di Vladimir Luxuria

11 novembre 2012 | 11:18
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'L'”Eldorado”
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'L'”Eldorado”
'L'”Eldorado”

Si legge tutto d’un fiato per lo stile leggero, forbito ed elegante; per l’intreccio appassionante, avanti e indietro nello spazio e nel tempo; per la giusta dose d’ironia: l’arma più efficace per denunciare, in controcanto, l’odio omofobo contro gay e transessuali, l’immane orrore dell’Olocausto. Soprattutto: si legge non solo con gli occhi, ma anche con il cuore. “Eldorado” (Edizioni Bompani) è il primo romanzo di Vladimir Luxuria, presentato a Potenza lo scorso 7 novembre nella Cappella dei Celestini di Palazzo Loffredo, primo appuntamento di “Gocce d’autore” organizzato da Tumbao School, libreria Ubik e promosso dal Comune di Potenza. Un libro, da cui sarà tratto un film, che intende stimolare la coscienza collettiva ad un’apertura mentale, ancora ben lungi dal trovare affermazione. Può essere considerato possibile “motore di un cambiamento di mentalità” auspicato, da più parti e da tempo, in Italia dove infrangere quel sedimentato zoccolo duro di tabù e condizionamenti resta ancora impresa troppo ardua; dove è ancora impossibile pensare che un transessuale possa svolgere qualunque ruolo nella società, ben oltre la prostituzione.

Da regina indiscussa della Muccassassina a trionfatrice di reality show, stimata conduttrice tv, attrice teatrale, passando per l’esperienza politica nelle file di Rifondazione comunista che l’ha incoronata prima transgender entrata al Parlamento italiano, Vladimir Luxuria non ha mai fatto mancare il suo impegno in favore dei diritti civili di tutte le minoranze, colpendo dritto al cuore per la sua spontaneità, intelligenza ed ironia. Da qualche anno veste anche i panni della scrittrice che le calzano decisamente a pennello. Dopo un saggio autobiografico e alcuni racconti è arrivato “Eldorado”: “adesso – confessa – di scrivere non ne posso più fare a meno”. Perché per Vladimir Luxuria “scrivere è un’esperienza molto importante, molto seria. Soprattutto perché ha il potere di far tornare in vita le persone. E con  la scrittura è possibile dare un riscatto a quanti sono stati uccisi e dimenticati”. Proprio come nel caso di “Eldorado” in cui l’incubo delle deportazioni – furono uccisi 15mila omosessuali – rivive nella storia di Raffaele Palumbo, omosessuale settantenne, originario di Foggia, che negli anni ‘80 a Milano veste i panni di Nonna Wanda; nel ‘33 all’Eldorado di Berlino quelli di Anita, componente del trio Die Schwestern insieme a Karl e Franz.

Tovaglie candide per cene e pasti consumati nella massima cura e in profonda solitudine, la conquista di un’indubbia notorietà, la parrucca bianca e divertenti quadretti familiari si intrecciano ad atmosfere in bianco e nero tra le icone di Marlene Dietrich e Zarah Leander, boa, lustrini e parrucche colorate su cui incombe l’incubo del mito della razza ariana negli anni bui delle SS e dei campi di sterminio. Nei luoghi dove si consumarono gli eccidi nazisti l’autrice c’è stata realmente “perché – ha spiegato – ci vuole sempre cognizione di causa quando si dice qualcosa, soprattutto quando si scrive”. L’invito ad “andarci” è rivolto dall’autrice a chi “insulta Fini al funerale di Rauti con i pugni alzati, con tanto di svastica: di tanto in tanto ritornano ‘rigurgiti’ o meglio ‘conati di  vomito’ di un periodo che dobbiamo ricordare”. “Ricordare quell’orrore fa sempre bene”.

Un romanzo che torna a stimolare una riflessione forse ‘ineludibile’ sull’affermazione del tema dell’omofobia. Perché mai come in questo preciso momento storico l’Italia appare in evidente controtendenza rispetto agli altri paesi e arranca sotto il peso di una conquista-negata. Soprattutto adesso: a ridosso della riconferma di Obama oltreoceano, proprio, sull’onda di aperture gay-friendly e in contemporanea ai referendum locali che in Maryland, Maine e Washington dicono sì ai matrimoni tra omosessuali. Ora che: nel Wisconsin vince la democratica Tammy Baldwin, prima lesbica dichiarata eletta al Senato Usa; vale l’esempio della transessuale Amanda Simpson già nel 2010 a capo del Ministero del Commercio degli Stati Uniti, prima transgender ad aver ricoperto un incarico politico negli Usa; nella più vicina Francia un progetto di legge punta dritto nella direzione indicata da altri undici paesi d’Europa dove le nozze gay sono ormai una realtà. Tutto questo: mentre in Italia la Commissione Giustizia della Camera respinge il testo per una nuova legge contro l’omofobia e la transfobia. Come se la storia non ci avesse insegnato nulla. Ecco allora che “Eldorado” arriva, puntuale, a schiarirci la memoria.