Lavoratori in bilico, sono oltre 4 milioni

24 novembre 2012 | 11:26
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Lavoratori in bilico, sono oltre 4 milioni

Sono oltre 4 milioni i lavoratori che nel 2012 si trovano in “area del disagio”, dipendenti cioé a tempo determinato e occupati stabili in part time non per scelta ma perché non hanno trovato di meglio. Sono in aumento di 718.000 unità (+21,4%) rispetto al 2008. Emerge da una ricerca Ires Cgil su dati Istat riferiti al primo semestre di ogni anno.

“Un quadro drammatico quello che emerge dalla ricerca – afferma la Cgil – considerando anche che dal primo semestre 2008 al primo semestre 2012, l’occupazione è notevolmente calata in valori assoluti, passando da 23 milioni 376 mila a 22 milioni 919 mila (- 45 mila, pari a -2%), nonostante il numero delle persone in età di lavoro sia aumentata di circa 500 mila unità. “Questi numeri spiegano il costante e davvero preoccupante peggioramento delle condizioni di lavoro. Anche chi è occupato, infatti – rileva lo studio dell’Ires – lavora meno di quanto vorrebbe e a condizioni diverse da quelle auspicate. Altro che choosy”. I dipendenti stabili a tempo pieno calano di 544 mila unità (-4,2%) e gli autonomi full time di 305 mila (- 6,1%). Se si aggiunge il calo dei part time stabili volontari (-215 mila) si supera il milione di persone. Aumentano invece i lavori involontari, quelli che si è costretti ad accettare. Del resto anche i dati delle comunicazioni obbligatorie parlano chiaro, nel 2012 solo il 17,2% delle nuove assunzioni è a tempo indeterminato. “Meno lavoro, peggioramento delle condizioni e diminuzione delle ore lavorate sono la realtà che emerge dall’indagine” commentano il presidente della Fondazione Di Vittorio, Fulvio Fammoni e il segretario nazionale della Cgil, con delega sul mercato del lavoro, Serena Sorrentino. “Un dato molto grave – aggiungono – che mette fine alla propaganda sulla cosiddetta scelta personale dei lavoratori è che il 93,2% dei lavoratori a termine e dei collaboratori dichiara che vorrebbe un lavoro stabile, mentre come è ovvio tutti i part time involontari vorrebbero un tempo pieno. All’area del mancato lavoro (disoccupati, scoraggiati e cassaintegrati) si aggiunge, quindi, quella del disagio nel lavoro. Un bacino enorme di persone, una fotografia purtroppo realistica e drammatica della realtà”. (Fonte Ansa)