La Total inquina da sempre e la Regione tace

18 novembre 2012 | 11:07
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La Total inquina da sempre e la Regione tace

Inquinamento permanente. Questa è la conclusione della magistratura lucana in merito alle responsabilità della Total Mineraria per lo scarico illecito dei fanghi tossici derivanti dall’attività estrattiva nella concessione Gorgoglione, tra Corleto Perticara e Gorgoglione. Una conclusione attesa ben 20 anni dopo i fatti di cronaca e ben 4 anni dopo l’apertura di una tardiva inchiesta del 2008 dalla Procura di Potenza, per dare, alla fine, una diretta responsabilità dello smaltimento illecito dei fanghi alla Total e non alle altre due società minerarie entrate nella gestione dell’area a vario titolo. La Ola, Organizzazione lucana, ha più volte denunciato in questi anni sia il ritardo di indagini penali, sia i silenzi della regione Basilicata e sia la condizione di inquinamento dei due siti interessati dallo  sversamento illecito dei fanghi tossici petroliferi.

L’ultima denuncia della Ola risale a pochi mesi fa quando ha  documentato anche fotograficamente che le due aree inquinate hanno tranquillamente potuto inquinare tutto il sottostante crinale. Il quale ampio e vasto crinale, in forte pendenza rispetto alla sommità dei siti inquinati, in questi anni è stato coltivato a grano con successivo pascolo post trebbiatura. Un delitto perpetuato per 20 anni. Venti anni senza che tutta l’area – e non solo i due siti dello sversamento illecito – venisse sequestrata, venti anni in cui è morto di tumore il proprietario di uno dei fondi inquinati, alcuni proprietari dei fondi vicini o venti anni in cui si sono gravemente ammalati alcuni abitanti dell’area, come la padrona di casa di una famiglia che abita più a valle del secondo campo inquinato.
La magistratura non ha potuto accertare il nesso tra le malattie di tumore e l’inquinamento permanente determinato dallo sversamento dei fanghi, e questo, al di là delle ragioni e delle motivazioni, per la Ola, solleva una vecchia e incresciosa questione che rende la Regione Basilicata responsabile di qualsiasi nefandezza legata a patologie riconducibili alle condizioni ambientali. Perché la Regione Basilicata non ha ancora un registro dei tumori né predispone indagini epidemiologiche e perché è dal 1997 che vanta di aver strappato all’Eni un “Osservatorio ambientale” che finora non ha osservato nemmeno se stesso.

La Ola, inoltre, denuncia che su questa incresciosa e grave questione, oltre alla latitanza operativa di anni della Regione Basilicata, la stessa Regione non ha né commentato le conclusioni della magistratura lucana né fatto nulla per evitare che l’inquinamento dei due siti si propagasse all’area circostante, mettendo a rischio la salute di molte persone e animali di Corleto e Gorgoglione.

La Ola chiede adesso che la Regione:

1 – renda nota le procedure di chi e di come verrà fatta la bonifica di tutta l’area;

2 – predisponga gli accertamenti di fin dove in questi anni, con le piogge succedutesi, si è potuto spingere l’inquinamento dell’area;

3 – chieda i risarcimenti alla Total;

4 – annulli alla multinazionale francese la concessione Gorgoglione, il progetto Tempa Rossa e Tempa la Petrosa per manifesto inquinamento permanente di una zona della Basilicata e per essere implicata anche in un grave caso di corruzione sempre per la concessione Gorgoglione e il Progetto Tempa Rossa.