“Il circolo vizioso della monnezza”

24 novembre 2012 | 13:44
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“Il circolo vizioso della monnezza”

Ola e Ambiente e Legalità denunciano: “In Basilicata sul ciclo dei rifiuti illegalità diffusa”

L’associazione Ambiente e legalità e la Ola, Organizzazione lucana ambientalista, denunciano l’illegalità diffusa in Basilicata per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, oggetto tra l’altro di un recente procedimento di infrazione da parte dell’Unione Europea (2/2/2012) per quanto riguarda la gestione delle discariche e la
mancata bonifica dei siti inquinati.

Una situazione che vede impermeabile il dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, il cui assessore, Vilma Mazzocco, in perfetta continuità con il suo predecessore Agatino Mancusi, appare incapace di far applicare in Basilicata il ciclo virtuoso della raccolta differenziata ferma su bassissime percentuali, con la conseguente chiusura delle discariche, in assenza del quale, incombe un nuovo disastro rifiuti, purtroppo annunciato dall’a Regione Basilicata attraverso l’aumento delle volumetrie delle discariche lucane.

Un gioco di affari che mira a deregolamentare la programmazione virtuosa del ciclo dei rifiuti in Basilicata, prevedendo ulteriori quantità di rifiuti da incenerire a Fenice, fissate attualmente a 30mila tonnellate, e quelle presso i cementifici ad oltre 40mila tonnellate, tra i cementifici di Barile e Matera.

Sul bollettino regionale n. 41 del 16 Novembre scorso – evidenziano le due associazioni – la giunta regionale con la deliberazione n. 1488 del 6/11/2012 ha previsto l’ampliamento della capienza delle discariche di Venosa, località Notarchirico, di altri 100 mila metri cubi, di Sant’Arcangelo, località Fontoni di altri 150mila metri cubi e Tricarico, loc Foresta, di altri 15mila metri cubi, per un totale di 265mila metri cubi.

Presto la giunta regionale emanerà sulla base di una recente delibera del 13 novembre scorso, ad aumentare la capienza della discarica di Pisticci, località La Recisa, ad altri non meno 150mila metri cubi, mentre sempre a Potenza è stato accordato un finanziamento di 430.000 euro per la messa in sicurezza della discarica Pallareta per una sua riattivazione dopo il sequestro della magistratura, mentre il TAR Basilicata ha sbloccato la discarica di Lauria, loc Frontoni, pronta a riprendere a pieno regime la propria attività, non appena saranno state espletate le procedure di autorizzazione VIA con scontati pareri ambientali favorevoli.

Analoga situazione esiste per le discariche di Ferrandina, località Venita e San Mauro Forte, località Priati. Ambedue le discariche sono sotto sequestro giudiziario per le quali si cerca di aggirare le problematiche ambientali. E se il comune di San Mauro Forte annulla il bando di gara per l’affidamento della concessione della discarica, il comune di Ferrandina con i suoi amministratori legati ad affari privati va dritto nel circolo vizioso della monnezza, posticipando in eterno la definitiva chiusura con la messa in sicurezza e bonifica dei siti inquinati da gestioni allegre.

Sempre con provvedimenti degli uffici del dipartimento regionale ambiente, si stanno aumentando le quantità di rifiuti da conferire ai cosiddetti centri di trasferenza, come ad esempio a Tito Scalo. I centri di trasferenza sono diventati succursali delle discariche, nel presunto far west della monnezza che in realtà è un pianificato disegno fatto a tavolino dal business dei rifiuti che trova fondamento nell’ampliamento delle discariche, del tour della monnezza e dei percolati e nelle bonifiche, spesso gestito dalle stesse società.

Ola e Ambiente e Legalità