Giornalisti in carcere: in Italia la democrazia è stata sospesa

13 novembre 2012 | 20:04
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Giornalisti in carcere: in Italia la democrazia è stata sospesa

Non sprecherò molte parole, perchè per la verità me ne sono rimaste poche di fronte a quello che riteniamo essere un atto intimidatorio in piena regola. Il carcere fino ad un anno per i giornalisti che diffamano è passato in aula a Palazzo Madama. Il ddl sulla diffamazione a mezzo stampa (cd ddl Sallusti) passa al Senato con 131 si, 94 no e 20 astenuti. I politici si sono vendicati alla grande ma con voto segreto. Nella migliore tradizione italiana.

Ripristinare il carcere per il giornalista che diffama è un ulteriore segnale che in questo Paese in cui proviamo a sopravvivere, la democrazia è stata sospesa. Ed è stata sospesa dal momento in cui si è insediato il governo tecnico. Da quel momento in poi è divenuto tutto possibile. Anche un ritorno al passato più discusso. Quella approvata in Senato è una legge fascista, così come è fascista il governo tecnico. La Costituzione ci appare sempre più offuscata. Ci stanno cancellando anche quella. Un pezzo per volta.

So che non posso parlare per tutti, mi permetto di farlo per i colleghi che ogni giorno dividono con me il lavoro in redazione. Abbiamo scelto di fare i giornalisti per raccontare ai cittadini i fatti che rimangono chiusi nei cassetti del potere; per raccontare ai lucani che qualcuno li sta avvelenando da anni perchè o non è capace o non vuole fermare lo scempio ambientale che si sta perpetrando; abbiamo scelto di fare i giornalisti per raccontare ai cittadini che si può essere annientati dalla mala giustizia; che si può morire di cattiva sanità; che si può invecchiare con la convizione che i diritti sono piaceri da meritarsi; che si può essere giovani senza mai vedere un futuro all’orizzonte, o anziani senza un passato. Abbiamo scelto di fare i giornalisti per criticare il potere a viso aperto e non senza conseguenze. La faccia, al contrario dei senatori che hanno votato per mandarci in carcere, noi ce la mettiamo.