Agatino Mancusi e quegli strani giochi nei fondali della politica

11 novembre 2012 | 16:29
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Agatino Mancusi e quegli strani giochi nei fondali della politica

Le dimissioni dell’assessore Agatino Mancusi colpiscono per l’istantaneità della decisione con l’articolo apparso sul Quotidiano della Basilicata. Poche ore dopo che il giornale è in edicola, con la sua prima pagina dedicata alla notizia che l’esponente dell’Udc è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, Mancusi lascia il posto di assessore e vice presidente della Giunta regionale. Scelta assunta sull’onda emotiva dell’anti politica? O magari assunta per senso di responsabilità? “Un bel gesto” lo definisce lo stesso giornale il giorno dopo. Già, un bel gesto, ma deciso da chi? Il presidente De Filippo tiene per se le deleghe di Mancusi, ma poi dichiara di voler cedere subito quelle ai trasporti e ai lavori pubblici. A chi? E la delega alle infrastrutture? Sembra che debba rimanere, più a lungo, ad interim nelle mani di Vito De Filippo. Perché?  E’ evidente che tra Pd e Udc alle prossime politiche non ci sarà alcun accordo. Ed è evidente che l’esperienza lucana della coalizione allargata al partito di Casini è finita, giusto in tempo per rimescolare le carte su una strada di maggiore coerenza con ciò che probabilmente accadrà tra qualche mese in Italia. La battaglia politica si fa sempre più aspra e cinica. La situazione giudiziaria di Agatino Mancusi è nota da mesi, da molti mesi. Perché oggi si anticipa una notizia sulla stampa che qualche mese fa non avrebbe avuto lo stesso clamore? Chi ha voluto far trapelare la notizia, prima che venisse ufficializzata al diretto interessato?  Noi non siamo mai stati teneri con Mancusi, specie quando è stato assessore all’Ambiente. Francamente ci risulta difficile immaginarlo fiancheggiatore della mafia. Ci risulta più facile immaginare un movimento tellurico nei fondali della politica. Sotto la crosta dell’apparenza si muovono sfere importanti che, tra vendette e insinuazioni create ad arte, mirano a posizionarsi sulle grandi partite. Chi sono? Lo scopriremo nel tempo. Qualcuno ha voluto colpire De Filippo e la sua maggioranza sperando in un clamore mediatico come quello laziale e lombardo? Si è sbagliato. Le dimissione immediate di Mancusi hanno bloccato l’avvio di qualunque campagna. Tutto preparato nell’attesa che l’offensiva partisse? Chissà. Certo è che a qualcuno questa vicenda fa gioco. Fa gioco richiamare la figura di Agatino Mancusi persona ineccepibile e per bene, per dire che la magistratura ha già preso granchi. Per cui bisogna andare con i piedi di piombo. Un monito che arriva proprio da chi ha pubblicato una notizia sapendo che avrebbe fatto del male al destinatario. Per dire che adesso per il povero Agatino si apre un calvario. Per dire che magari a calvario finito e a innocenza dimostrata, nulla e nessuno restituirà alla “vittima” dell’errore giudiziario la vita perduta. Come è già capitato ad altri. A chi? “ A Mannino, a Tortora, a Cannizzaro”, scrive il giornale dello scoop, azzardando paragoni improponibili. Qualcosa non torna. Fa gioco liberare posti nella politica, in uno scenario di rissa davanti alla porta di ingresso del parlamento e della Giunta lucana, in vista della calca alle prossime elezioni regionali. Alla base di tutto c’è sempre la stessa storia: potere, soldi, controllo degli appalti e del territorio e, purtroppo, controllo sull’informazione.  Agatino Mancusi è una vittima sacrificale, quella del momento. Ce ne saranno altre.  Il tempo ci dirà chi sono i mazzieri con le carte truccate.