Vito De Filippo, lo smemorato di Sant’Arcangelo

16 ottobre 2012 | 23:50
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Vito De Filippo, lo smemorato di Sant’Arcangelo

Ansa, 10 ottobre 2012. La Basilicata ha «a cuore la salute dei cittadini e l’ambiente» e «la sicurezza energetica del Paese» ma «avversa i progetti di riforma del Titolo V della Costituzione Progetti di riforma fatti dal Governo, non tanto per il rischio che possano portare a concreti sviluppi, essendo difficile concludere un iter di revisione costituzionale in questo scorcio di legislatura, ma per contrastare i germi di una cultura di mancanza di dialogo verso la quale non solo esprimiamo poco apprezzamento ma anche preoccupazione». Lo ha detto, attraverso l’ufficio stampa della giunta regionale, il governatore lucano, Vito De Filippo (Pd), in relazione all’ipotesi di cambiamento delle prerogative delle Regioni sulle autorizzazioni per le estrazioni petrolifere. Per De Filippo, «dopo la stagione del federalismo a tutti i costi e contro ogni ragionevolezza, questo ultimo disegno di legge del governo sembra figlio di una repentina conversione emozionale alla cieca osservanza di un centralismo che va dal turismo ai trasporti dalle comunicazioni, appunto all’energia». De Filippo ha poi ricordato che quando le scelte su nuove trivellazioni o rigassificatori «vengono fatte senza un percorso di condivisione con le popolazioni che quel territorio lo abitano, non ci sono solo rischi per la qualità della democrazia, con l’affermazione di una sorta di colonialismo centralista, ma anche rischi per la riuscita degli stessi progetti». In ogni caso, ha concluso il governatore lucano «non posso non difendere un bastione fondamentale, ossia la necessità della fiducia nello Stato inteso in tutte le sue articolazioni, e questa fiducia verrebbe meno, con conseguenze nefaste e difficilmente contenibili, se i territori si sentissero traditi e sopraffatti sapendo che prima o poi potrebbe toccare a tutti». L’uomo che ha fatto queste dichiarazioni non è Beppe Grillo, non è Nichi Vendola, non è il leader dei guerriglieri ambientalisti, non è il leghista Mario Borghezio. E’ il presidente della Basilicata. Sono dichiarazioni che, condivisibili o non condivisibili, lasciano il morto in bocca. Scandalose. Perché? Lo smemorato Vito De Filippo parla di condivisione con le popolazioni. Lui, che è stato uno dei protagonisti delle decisioni scellerate di questi anni. Lui, che insieme alla ciurma delle sue maggioranze politiche, ha portato la Basilicata nelle condizioni peggiori. Lui che ha consentito trivellazioni a ridosso dei centri abitati. Lui, che non sapeva nulla delle vicende Arpab-Fenice e di quelle del lago del Pertusillo. Lui, che non sapeva niente dei fallimentari Consorzi Industriali, dei buchi nei Consorzi di bonifica. Lui, che non ha un registro tumori. Lui che ha gestito almeno 2 miliardi di euro tra risorse dell’Unione Europea e ristorni delle compagnie petrolifere senza alcun risultato in termini di sviluppo e occupazione. Lui che ha distrutto il sistema dei servizi sociali. Lui, che ha nominato primari, direttori generali, dirigenti, consulenti, attacchini e facchini. Lui parla di condivisione popolare, di qualità della democrazia e di rischi circa la riuscita dei progetti. Lui che ha fallito in tutti i progetti. Da quelli cosiddetti di contrasto alla povertà a quelli di promozione dell’occupazione. Dai tirocini formativi al reddito ponte, dall’alta formazione alle sciagure dell’agricoltura. Il presidente della Basilicata non ha condiviso un bel niente con le popolazioni. Ha fatto tutto da solo, con gli amici e i finti nemici. I risultati sono quelli che vediamo. Il principe Antonio De Curtis, leggendo l’ansa del 10 ottobre si lascerebbe andare con genuina spontaneità ad una delle sue più famose esclamazioni: “ma mi faccia il piacere!”